martedì 25 agosto 2020

LE BALENE NEL MEDITERRANEO SONO SEMPRE PIU' IN PERICOLO, MA NON SOLAMENTE PER LA PLASTICA

Le balene nel Mar Mediterraneo sono sempre più in pericolo e rischiano di scomparire. Ad aumentare lo stato di criticità non c'è solamente la plastica, ma anche un virus.


Come sempre, anche in questo caso, la colpa principale ce l'ha l'uomo. Ma forse, da un certo punto di vista, le azioni dell'uomo non hanno mai avuto un peso così grande. Questo è quanto emerso dall'ultimo rapporto di Greenpeace sullo stato di salute dei grandi cetacei e dello spiaggiamento sulle coste italiane. Lo studio affidato al Dipartimento di Biomedicina comparata dell’Università di Padova, ha mostrato come le reti da pesca illegali, la plastica e un virus siano le cause principali della morte delle balene nel Mar Mediterraneo.



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Il fattore che però sta preoccupando di più è quello legato al virus, perché sembra ci sia un aumento del morbillo dei cetacei, un virus potenzialmente letale, che si sta diffondendo nei nostri mari. Purtroppo, neanche a dirlo, i fattori ambientali favoriscono la diffusione del virus tra i cetacei. Ben cinque capodogli su sei, fra quelli spiaggiati in Italia nel corso del 2019, sono infatti risultati positivi al morbillo.

Ma non è, ovviamente, solo questo il problema, infatti un quarto dei cetacei rinvenuti morti sulle coste italiane sarebbe morto a causa dell'uomo. Le reti da pesca illegali e quelle abbandonate stanno facendo uno sterminio non solo di grandi cetacei, ma anche di squali, delfini, mante e tartarughe. Senza parlare dell'inquinamento da plastica, che miete vittime a non finire. Come ben noto i cetacei scambiano la plastica galleggiante per cibo, la ingoiano e non riescono poi ad espellerla. Cosi accumulandosi nell'appartato digerente blocca l'assorbimento delle sostanze nutritive, danneggiando organi e causando la morte anche della più grande e possente balena.  



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Giorgia Monti, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace, ha espresso una grande preoccupazione per lo scenario emerso dalla ricerca: "Non possiamo permettere che attività illegali e il degrado ambientale causato dall’uomo, a partire dall’inquinamento da plastica facciano scomparire questi animali dai nostri mari. La vulnerabilità dei cetacei a un virus dipende anche dallo stress causato da un ambiente malato, l’uomo è quindi complice di questa epidemia".

Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

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