venerdì 17 aprile 2020

INCONTRI: NELL'ESTREMO NORD CON ELISA POLINI DI "UN VIAGGIO INFINITE EMOZIONI"

Nella nostra rubrica "Incontri" vogliamo ora portarvi ai confini del mondo, dove la natura regna sovrana e dove il ghiaccio ne è il padrone; vi vogliamo portare nella casa dell'orso polare, delle foche e dei narvali, dove le balene vivono prima di iniziare il lungo viaggio che le porterà mesi dopo in zone più temperate.
Solo poche persone possono permettersi di chiamare quei posti casa e una di queste è senza dubbio Elisa Polini, fondatrice di "Un Viaggio Infinite Emozioni", che abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Ad Elisa, grande esperta di viaggi in territori polari, abbiamo voluto chiedere come fosse la situazione dell'inquinamento da plastica in quei luoghi, perché ci siamo accorti che è opinione comune pensare che ciò che succede vicino a noi non può arrivare in zone così remote e viceversa. Spesso abbiamo sentito dire che è impossibile che una bottiglia di plastica che viene gettata, ad esempio, in Portogallo possa arrivare in Alaska, o che l'inquinamento di un fiume cinese non possa creare problemi in Italia. Ma questa, fidatevi di noi, è una gran cazzata!
A molte persone, vuoi per disinformazione, vuoi per mera ignoranza, non è chiaro il processo di legami e interconessioni che ci sono in natura e quindi viene tutto pericolosamente sottovalutato.
Ne abbiamo parlato con Elisa e questo è quello che ci siamo detti:

- Ciao Elisa, innanzitutto dobbiamo dirti che per noi è un infinito piacere poterti intervistare. Ti seguiamo da tanto tempo e ci piace tantissimo quello che fai, crediamo che la tua pagina sia una delle più belle del settore per contenuti e modi con cui ti rivolgi al tuo pubblico. Quindi complimenti! Volevamo quindi sapere come nasce questa tua passione per le regioni polari e cosa ti ha spinto ad aprire "Un Viaggio Infinite Emozioni".

Ciao, grazie mille per i complimenti e grazie per avermi coinvolta in questo vostro splendido progetto. La passione per le terre polari ce l’ho nel sangue sin da quando ero bambina. Mentre i miei amici guardavano i cartoni animati più famosi, io ho sempre guardato cartoni e documentari che parlavano di questi splendidi angoli di mondo. Ne sono sempre stata affascinata. Crescendo mi sono ripromessa di andare a visitare i luoghi che tanto mi facevano sognare quando ero piccola così, appena ne ho avuto la possibilità, ho prenotato il mio primo viaggi nell’Artico. È stato in Lapponia, una terra che amo profondamente, e da allora sono tornata tante altre volte lassù. Ho raggiunto e superato l’80° parallelo Nord e mi sono spinta anche nel remoto sud, fino all’Antartide.
Un Viaggio Infinite Emozioni nasce un po’ per gioco, spinto dai tanti complimenti di chi ci segue da tanti anni sui social. È nato a metà 2016 e parla principalmente delle zone dell’Artico e dell’Antartide, ma trattiamo anche viaggi on the road e zaino in spalla nel resto del Mondo. È nato con l’intento di condividere informazioni utili per altri viaggiatori, riuscire a trasmettere emozioni e a far sognare con le nostre fotografie e spingere i nostri lettori a realizzare i propri sogni.
Con il tempo è diventato un vero e proprio progetto e lavoro, raggiungendo ottimi risultati, e ne andiamo molto fieri. Oggi Un viaggio infinite emozioni è diventato un punto di riferimento per chi desidera conoscere l’Artico, non solo paesaggisticamente parlando, ma approfondendo la sua storia, le sue problematiche, le varie culture e i vari popoli che vi abitano. Negli anni la nostra esperienza ci ha portato a scrivere una guida di viaggio cartacea sulla Norvegia e a realizzare tre diversi progetti:

-  Artico, un Mondo da proteggere oltre il Circolo Polare Artico e Antartide, un Mondo da proteggere oltre il Circolo Polare Antartico: due progetti con i quali ci impegniamo a sensibilizzare la maggior parte delle persone sul tema del riscaldamento globale e dell’inquinamento da plastica e ci impegniamo ad informare e rendere più consapevoli i nostri lettori che intendono visitare questi posti.

- People of the Arctic: una raccolta di reportage con la quale raccontiamo la dura vita che svolgono gli abitanti dell’Artico, le loro tradizioni e la loro storia.

- Come sai noi siamo particolarmente sensibili al tema dell'inquinamento da plastica e ti volevamo chiedere cosa ne pensi al riguardo. E' un problema reale secondo te o è solo, come dice certa gente, "una moda" passeggera parlare di questo? Perché purtroppo a noi è capitato di sentire anche questo.

Purtroppo molta gente non ha ancora capito l’entità del problema legato all’inquinamento da plastica e di frasi come quella che avete ricevuto se ne sentono ancora troppe.
Oltre 300 milioni di tonnellate di plastica vengono prodotte ogni anno, la metà delle quali viene utilizzata per progettare articoli monouso come borse per la spesa, piatti, posate, bicchieri e cannucce di plastica. Di queste, almeno 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nei nostri oceani ogni anno. L’inquinamento da plastica esiste, è reale ed è dannoso, sia per le persone sia per l’ambiente che ci circonda. Prima se ne prende consapevolezza, prima si può provare a fare qualcosa per salvare la nostra casa, la Terra.

- Nei tuoi viaggi ti è capitato di imbatterti in questo problema? Com'è la situazione nelle zone polari? La plastica è arrivata anche li?

Purtroppo si, la plastica è arrivata anche nell’Artico, e di questo ho avuto modo di parlarne con diverse guide e ricercatori durante le mie spedizioni. Le coste delle Svalbard, ad esempio, sono raggiunte giornalmente da una quantità elevata di rifiuti, la maggior parte dei quali sono di plastica. A tal proposito è stata avviata l’iniziativa ‘Clean Up Svalbard’ in cui ricercatori, abitanti e volontari si adoperano per ripulire le spiagge da questi rifiuti. Durante la mia ultima spedizione lassù ho avuto modo di prendere parte ad una pulizia delle spiagge e non mi sarei mai aspettata di raccogliere così tanti rifiuti. 
L’Artico purtroppo è interessato anche da un’altra problematica ambientale: il riscaldamento globale. Lassù si verifica un riscaldamento maggiore, quasi doppio, rispetto al resto del pianeta e le conseguenze sono davvero allarmanti. Tutto ciò che succede nell’Artico, e in Antartide, si ripercuote sul resto del pianeta. Basti pensare a zone come la Groenlandia o le Svalbard che negli ultimi anni hanno perso enormi quantità di ghiaccio, all’inverno che in Lapponia arriva sempre più tardi oppure agli incendi che l’anno scorso hanno distrutto la taiga siberiana, e di esempi così se ne possono fare tanti altri. Sicuramente alcune situazioni sono dovute ai normali cicli della Terra, si sono verificate anche in passato, ma la situazione è davvero allarmante e la si può toccare con mano.

- Considerata l'elevata importanza che l'Artico ha sul pianeta e considerata anche la tipologia di fauna che ci vive, che impatto può avere secondo te l'inquinamento da plastica in quelle zone?

L’inquinamento da plastica, sommato al riscaldamento globale, può avere conseguenze davvero drammatiche sulla fauna che abita nell’Artico, ma anche sulle popolazioni autoctone. La plastica purtroppo inquina l’habitat di molti animali, alterandolo, o addirittura mettendo in pericolo la loro stessa vita. L'inquinamento da plastica tra l’altro è il problema più diffuso che colpisce l'ambiente marino. Basti pensare agli animali che popolano gli oceani, i quali ingeriscono microplastiche rischiando di soffocare o restano intrappolati in detriti di plastica, che gli causano gravi lesioni o li portano addirittura alla morte. Tutto questo ha ripercussioni anche sulle popolazioni indigene dell’Artico, la cui salute viene compromessa dalla qualità del cibo che mangiano. Molte popolazioni vivono tuttora di caccia e pesca. Ma la plastica non è l’unico problema. Parlando con delle guide locali, ci hanno raccontato che da alcune ricerche condotte sui pesci che popolano il mare attorno alle coste delle Svalbard sono emerse tracce di shampoo e di mascara contenute in essi. Di esempi così, purtroppo, se ne possono fare anche su tanti altri animali in altre parti del mondo.

- Cosa invece pensi possano fare gli stati e le singole persone per combattere il problema?

Innanzitutto informarsi invece di far finta di nulla perché ‘tanto è lontano, a noi non riguarda’, ascoltare le testimonianze di chi tocca con mano questa realtà e poi adoperarsi per migliorare il proprio stile di vita e renderlo più sostenibile. Quando si viaggia, ad esempio, si deve cercare di lasciare la minima traccia del proprio passaggio nei paesi che si stanno visitando. Si possono scegliere strutture ecologiche e tour operator che adottano politiche sostenibili e utilizzano mezzi a basso impatto ambientale. Nella vita di tutti i giorni è invece fondamentale ridurre drasticamente, o eliminare del tutto, l’utilizzo della plastica. Ci sono tanti modi per farlo: sostituire le bottiglie d’acqua in plastica con le bottiglie in vetro, magari andando a prendere l’acqua alle casette apposite, sostituire le bottigliette di plastica con una borraccia riutilizzabile, sostituendo lo spazzolino di plastica con quello in bamboo, eliminare l’uso di piatti, posate e bicchieri di plastica, preferire cibi sfusi a quelli confezionati con imballi di plastica, portarsi delle borse in tessuto o in materiale riutilizzabile ed eliminare l’uso dei sacchetti di plastica, e così via. Molti tour operator che operano nell’Artico e in Antartide hanno eliminato del tutto l’uso della plastica monouso nei loro uffici, sulle navi e durante le escursioni, hanno ridotto al minimo le loro emissioni e si stanno adoperando per diventare sempre più sostenibili. Molte destinazioni nordiche hanno inoltre preso il titolo di ‘Destinazione Sostenibile’ come premio per il loro impegno e il loro rispetto per l’ambiente che li ospita.

- Noi crediamo che molte persone abbiamo paura del cambiamento, abbiano paura di cambiare dei piccoli atteggiamenti nella loro routine e quindi continuano imperterriti ad usare soprattutto plastica monouso, che è quella che poi genera più problemi. Secondo te qual è la motivazione per cui ancora molte persone non decidono di cambiare le cose? Perché devono nascere "Viaggio Senza Plastica", e tutte le altre pagine che trattano di questo argomento, per far capire ancora di più alla gente che bisogna cambiare? Non è già abbastanza chiaro?

Pigrizia e non curanza della problematica. Sicuramente sono stati fatti davvero tanti progressi rispetto a qualche anno fa, la sensibilità ambientale è cresciuta e molte realtà stanno seguendo la strada della sostenibilità, adeguando la loro produzione verso l’utilizzo di materiali riciclati e macchinari a basso impatto ambientale. Molte persone hanno modificato il proprio stile di vita, adattandolo ad un basso consumo di plastica ed evitando gli sprechi di qualsiasi genere. Purtroppo però la mentalità del ‘tanto è lontano ed è un problema che non ci riguarda’ è ancora troppo diffusa nelle singole persone. Finché non succede qualcosa di veramente grave la gente preferisce far finta di niente, far finta che il problema non esiste, invece di aprire gli occhi alla realtà.
È un bene che ci siano persone come me, come voi e come altri che si battono per informare e sensibilizzare più persone possibili su questo argomento. Il lavoro da fare è davvero tanto, difficile, ma non bisogna darsi per vinti e bisogna continuare a farlo. Dobbiamo farlo per noi, per chi ci circonda e soprattutto per chi non può farlo da solo. Dobbiamo dare voce a tutti gli animali e le popolazioni indigene che chiamano ‘casa’ questi angoli remoti del mondo.

- Ultima domanda e poi ti lasciamo libera al tuo lavoro, promesso. Cosa ti senti di dire alle persone che leggeranno questa intervista? Hai qualche consiglio da dare?

Voglio dire solamente una cosa: adoperatevi per fare la differenza e per sensibilizzare anche chi vi sta intorno. Da soli possiamo fare poco, ma se ognuno di noi fa dei piccoli passi e compie delle piccole azioni sostenibili, insieme possiamo fare la differenza.




Vogliamo ringraziare Elisa per il suo prezioso contributo e per averci dedicato del tempo per questa intervista. Speriamo un giorno di poter fare un viaggio insieme e documentare la condizione in cui versa il nostro pianeta. Confidiamo che quanto detto vi abbia fatto comprendere maggiormente quanto è grave la situazione e quanto sia urgente un cambiamento.

Grazie di cuore a chiunque deciderà di cambiare.
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

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