mercoledì 29 aprile 2020

INCONTRI: IL FIGLIO DELL'OCEANO, SERGIO BAMBAREN


Come è tristemente noto l'inquinamento da plastica è un problema che interessa in particolar modo gli oceani e le sue creature. E' li che la plastica reca più danni, soffocando i coralli, uccidendo ogni essere vivente che ci vive e che dal mare trova sostentamento. Come detto in un precedente post, è stimato che nel 2050 ci sarà nell'oceano più plastica che pesce se non fermiamo questo uso sconsiderato dei materiali plastici. Molti pensano che solo balene, tartarughe e pesci siano le vittime di questo problema, ma purtroppo non è così. Infatti ogni creatura, in un modo o nell'altro, è in pericolo; anche l'uomo stesso. E' stimato che quasi la totalità degli uccelli marini contiene nel proprio corpo dei pezzi di plastica. Sono tantissimi infatti i ritrovamenti lungo le coste di carcasse decedute a causa dell'ingerimento di materiali plastici. Il mare, vero polmone della terra, è quello che più di tutti dobbiamo con tutte le forze tutelare e salvare.

Proprio per questo abbiamo deciso di chiedere a una persona molto speciale, una di quelle persone che al posto del sangue hanno l'acqua di mare. Per molti è considerato un figlio dell'oceano, perché da anni si batte per la sua tutela e salvaguardia. Stiamo parlando dello scrittore ed esperto surfista Sergio Bambaren, noto in tutto il mondo per i suoi libri che si rivolgono direttamente all'anima delle persone; Il mare e le sue creature sono sempre al centro dei suoi lavori, i quali spesso vengono usati come una splendida metafora. Personalmente siamo molto legati a lui perché è anche grazie alle sue parole che questo progetto ha trovato il coraggio di nascere.
Quindi chi meglio di lui sa dirci cosa c'è li nel profondo blu?!

- Ciao Sergio, vogliamo iniziare con il dirti che per noi è un onore poterti intervistare per la nostra pagina. Siamo dei tuoi appassionati lettori e abbiamo pensato subito a te per aiutarci a dare voce in questa battaglia contro l'inquinamento degli oceani dalla plastica. Tu sei una persona che si batte molto per questo, cosa pensi quindi di questo problema? E' veramente così grave?

Innanzitutto, è un onore per me essere invitato, grazie mille. Si, il problema è enorme e sta peggiorando. Sebbene molti paesi stiano riciclando tutta la plastica che possono ci sono purtroppo  delle materie che non possono essere riciclate; in più i paesi poveri hanno un riciclo minimo o nullo. In tutto ciò il peggio deve ancora venire! Si avrà un enorme ripercussione sugli oceani e sugli animali che vi abitano e, alla fine, diventerà un problema per l'umanità.


- Nei tuoi viaggi e nelle tue uscite con la tavola da surf ti sarà capitato di imbatterti in questo problema, puoi raccontarci cosa hai pensato in quei momenti? Cosa ti diceva il cuore?

Vera tristezza! Stiamo distruggendo il nostro ambiente e pochissime persone si preoccupano. E' triste andare a fare surf e vedere la plastica fluttuare tutt'intorno, ma è ancora più  triste quando si guarda un leone marino che soffoca lentamente, intrappolato con una plastica da birra da sei pacchi nel collo, o guardando un delfino morto nel mare e, quando lo aprono per fare l'autopsia, il 50% del cibo trovato nel suo stomaco è di plastica. Lo stesso accade con le tartarughe, balene, squali, persino gabbiani e uccelli oceanici. E' frustrante! 
Molto ha a che fare con l'avidità degli essere umani e fino al giorno in cui ci renderemo conto che non possiamo bere benzina o mangiare plastica o soldi niente cambierà. La plastica è fondamentalmente un derivato della benzina e l'avidità è uno dei peccati più gravi di molti esseri umani.   


- Noi sappiamo del legame profondo che hai con l'oceano, ma come nasce questa cosa? Che sensazioni ti da "parlare" con lui?

Più che parlare ho sempre ascoltato l'oceano. E' il mio migliore insegnate e amico. Posso solo ascoltarlo con il cuore, non con la mente. E' successo per tutta la vita, ma con gli anni la voce è diventata più chiara e più forte. Questa connessione diventa sempre più forte mentre ascolto la musica della natura e non il rumore della vita quotidiana.


- Hai due momenti, uno positivo e uno negativo, che per te sono stati più significativi nella tua vita a contatto con le creature marine?

Ci sono stati tantissimi momenti... immagino che il più felice sia stato quando sono riuscito a togliere le reti che avevano impigliato un cucciolo di megattera a meni nude, mentre sua madre era rimasta a circa dieci metri di distanza a guardare. Quando finalmente riuscii a togliere l'ultimo pezzo di rete ero esausto, eppure il cucciolo e sua madre rimasero con me per un'ora, finché furono sicuri che stessi bene. Il momento peggiore invece è stato quando stavo tagliando una rete da strascico, per liberare alcuni delfini e tartarughe da morte certa, e hanno iniziato a sparare contro di me e un mio amico con delle pistole dalla nave da pesca. Abbiamo pensato che non saremmo mai fuggiti vivi. 





- C'è uno dei tuoi libri che ti rappresenta di più o che ti sta più a cuore?

Immagino che ce ne siano due: "Il Delfino"e "Il Messaggero", che è già stato pubblicato in tedesco e uscirà quest'anno in spagnolo, italiano e inglese. Sono due libri che ho scritto direttamente dal cuore, come una catarsi. Le parole di questi due libri non mi sono mai passate per il cervello, era solo la voce del mio cuore. Così semplice. 


- Sappiamo che sei una persona sempre molto impegnata e quindi non vogliamo disturbarti troppo, ma vogliamo chiederti un ultima cosa: a cuore aperto, cosa ti senti di dire a chi leggerà questa intervista?

Cosa ha imparato un umile essere umano dalla vita: "Vivi sempre, non esistere solamente. Sii invece di avere; e se hai condividilo con gli altri. La vita e il tuo tempo sono le uniche cose che possiedi veramente in questa vita, il resto è preso in prestito. Ma soprattutto, non lo dimenticare mai: è semplice vivere una vita felice,  il trucco è rimanere semplici per tutta la vita!".
Possano i tuoi sogni diventare realtà, sempre. 




Vogliamo ringraziare di cuore Sergio Bambaren per la bella intervista che ci ha lasciato. Noi, come lui, siamo determinati a continuare questa battaglia perché sappiamo che non c'è più tempo da perdere e bisogna fare tutto il possibile per tutelare il nostro pianeta. La plastica è un problema reale per i nostri mari e le sue creature e sta a noi aiutarli e proteggerli visto che siamo tutti responsabili di questo problema.


" L'universo non ti darà mai un compito gravoso senza darti l'opportunità di portarlo a termine"
- Sergio Bambaren

Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

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