lunedì 29 giugno 2020

INCONTRI: LE ULTIME SCOPERTE SULLE MICROPLASTICHE, L'OCEANOGRAFA JENNIFER BRANDON SI RACCONTA

Sono sempre di più gli studi che stanno portando alla luce i danni che la microplastica sta causando all'uomo e all'ecosistema. Se per molto tempo si è parlato "solamente" di plastica come elemento generico, siamo arrivati oggi ha capire che il problema dell'inquinamento ha molte facce diverse. Infatti i veri danni li stanno facendo dei minuscoli pezzetti di plastica che soffocano gli oceani, uccidono gli animali, danneggiano e uccideranno l'uomo.
Abbiamo così deciso di intervistare un importante ricercatrice, Jennifer Brandon, che ha fatto del problema della microplastica l'oggetto principale dei suoi studi. 



La dottoressa Brandon, biologa e oceanografa, ha sviluppato nel corso degli anni molti studi sull'inquinamento da plastica negli oceani e da tempo si adopera nella divulgazione scientifica e nella sensibilizzazione delle persone. Le testimonianze di un ricercatore possono essere una pietra miliare per evolvere e accrescere le possibilità di riparare al danno che abbiamo creato al nostro pianeta. 
Ne abbiamo parlato con lei e questo è ciò che ci ha detto: 


- Salve dottoressa Brandon, per noi è un grande onore poterla intervistare. Di cosa si sta occupando in questo periodo? Sta effettuando nuove ricerche?

Durante questo periodo, sto lavorando ad alcune nuove ricerche, ma siamo anche nella fase di sviluppo di alcuni progetti per cercare di rendere il modo in cui campioniamo e identifichiamo la plastica nell'oceano molto più velocemente. In questo momento, gli scienziati devono prendere una rete, raccogliere la plastica, filtrare l'acqua, riportarla in laboratorio e analizzarla pezzo per pezzo. È un processo molto lungo. Stiamo cercando di creare modi per eseguire alcune di queste analisi in mare, in modo da poter analizzare sempre più campioni molto più velocemente.


-  Lei è una famosa oceanografa e ha studiato l'inquinamento e i danni che le microplastiche stanno causando all'ambiente. Ci sono novità sull'argomento? E' stato scoperto qualcosa di nuovo?

Sono state fatte tante ricerche sulle microplastiche, il che è incredibile. Perché quando ho iniziato, c'erano pochissimi di noi che ci lavoravano, e ora ci sono sempre nuovi documenti. La nuova ricerca più preoccupante, per me, è il lavoro che mostra microplastiche nella nostra acqua potabile, acqua in bottiglia, sale marino, birra, frutti di mare e ora anche in alcune delle nostre verdure. È tutto intorno a noi, anche nell'aria che respiriamo! Viaggia nel vento, verso luoghi incontaminati come i parchi nazionali, il che è molto preoccupante. I parchi nazionali sono alcuni degli ultimi luoghi "non inquinati" sulla terra, eppure vengono rivestiti ogni giorno da microplastiche.




- Anche grazie al suo studio sulle Salpe si è sempre più capito che le microplastiche sono diventate, purtroppo, parte della nostra dieta quotidiana, portando quindi danni anche all'essere umano. Ma sull'uomo che effetti ha l'ingerimento, nel tempo, di materiali plastici?

Gli effetti a lungo termine dell'ingestione di microplastica sono ancora allo studio, non sappiamo con precisione quali effetti avrà su di noi. Ma conosciamo alcuni dei prodotti chimici della plastica, come il BPA, che può influenzare il nostro sistema endocrino e causare danni ai reni. Abbiamo visto tumori al fegato dei pesci per ingestione di plastica. Quindi c'è un potenziale per molti effetti collaterali negativi dall'ingestione di plastica, ma la ricerca è troppo nuova per dirlo con certezza.
Per saperne di più clicca (QUI)


- Purtroppo in tutto il mondo si sta vivendo questa pandemia da coronavirus e ognuno di noi ha fatto riflessioni e pensieri. Ma dalla sua esperienza, pensa possa esserci una relazione tra coronavirus e plastica? O meglio, i due hanno modo di relazionarsi e "potenziare" i loro effetti?

Penso che, sfortunatamente, il coronavirus stia riportando un ondata di plastica monouso. Le persone usano maschere e guanti usa e getta sia a casa che in negozio, mentre prima erano utilizzati prevalentemente in contesti medici e scientifici, in più non vengono smaltiti correttamente. Li stiamo già trovando, in numeri record, durante le pulizie di spiagge e sott'acqua. I negozi stanno temporaneamente sospendendo l'uso di borse e bicchieri riutilizzabili. E' una vera tragedia per tutto il duro lavoro messo la bando di alcuni di questi articoli. Addirittura alcune prove mostrano che il virus dura più a lungo sulla plastica rispetto alla maggior parte delle superfici.




- Qual è stata la motivazione che l'ha spinta ha diventare un oceanografa e poi a studiare le microplastiche?

Stavo studiando per diventare medico al college, ma alcune delle mie lezioni di ecologia hanno davvero attirato la mia attenzione: ero affascinata dall'idea che tutto ciò che diffondiamo nel mondo attraverso l'inquinamento ritorni in giro ed influisca sulla salute umana. Quando ho letto delle microplastiche, in uno dei primi articoli scritti al riguardo, non riuscivo a credere che tutta questa spazzatura fosse finita nel mezzo dell'Oceano Pacifico. Quindi ho deciso di studiare per cercare di risolvere il problema.


- Lei crede che si siano fatti dei passi avanti concreti per ridurre la plastica o no? E la scienza può, secondo lei, aiutare a combattere questo problema?

Penso che siano stati fatti dei passi avanti concreti per vietare determinati prodotti e cambiare il comportamento dei consumatori attraverso l'istruzione. Penso però che occorra fare di più per ridurre la quantità di plastica che entra nell'oceano attraverso una migliore infrastruttura, un migliore riciclaggio e materiali nuovi e migliori. Si, la scienza e l'ingegneria sono il futuro della soluzione di questo problema e ho visto tanta innovazione in questo campo negli otto anni in cui ci ho lavorato.



- La lasciamo alle sue ricerche con la speranza che possa continuare ad aiutarci a scoprire di più su queste microplastiche. Però le vogliamo chiedere un ultima cosa: ha un appello da fare o qualche consiglio da dare a chi leggerà questa sua intervista?

L'inquinamento da plastica è veramente uno dei problemi ambientali in cui ogni individuo può fare una differenza enorme. Le tue abitudini di acquisto, dove scegli di fare acquisti, come smaltire i rifiuti, partecipare alle pulizie delle spiagge, aiutare a vietare gli articoli monouso nella tua città, ecc. Tutti i grandi processi di cambiamento che ho visto fare, in merito alla plastica, sono venuti dalla base, dalla comunità. Tutti noi abbiamo una grande voce per cambiare questo problema.


Ringraziamo la dottoressa Brandon per le importanti parole che ci ha lasciato e speriamo possa, insieme al suo team, scoprire cose nuove e soprattutto trovare soluzioni per aiutare tutti noi a risolvere il problema.

Ognuno può fare qualcosa! 
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica  

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