mercoledì 29 aprile 2020

INCONTRI: IL FIGLIO DELL'OCEANO, SERGIO BAMBAREN


Come è tristemente noto l'inquinamento da plastica è un problema che interessa in particolar modo gli oceani e le sue creature. E' li che la plastica reca più danni, soffocando i coralli, uccidendo ogni essere vivente che ci vive e che dal mare trova sostentamento. Come detto in un precedente post, è stimato che nel 2050 ci sarà nell'oceano più plastica che pesce se non fermiamo questo uso sconsiderato dei materiali plastici. Molti pensano che solo balene, tartarughe e pesci siano le vittime di questo problema, ma purtroppo non è così. Infatti ogni creatura, in un modo o nell'altro, è in pericolo; anche l'uomo stesso. E' stimato che quasi la totalità degli uccelli marini contiene nel proprio corpo dei pezzi di plastica. Sono tantissimi infatti i ritrovamenti lungo le coste di carcasse decedute a causa dell'ingerimento di materiali plastici. Il mare, vero polmone della terra, è quello che più di tutti dobbiamo con tutte le forze tutelare e salvare.

Proprio per questo abbiamo deciso di chiedere a una persona molto speciale, una di quelle persone che al posto del sangue hanno l'acqua di mare. Per molti è considerato un figlio dell'oceano, perché da anni si batte per la sua tutela e salvaguardia. Stiamo parlando dello scrittore ed esperto surfista Sergio Bambaren, noto in tutto il mondo per i suoi libri che si rivolgono direttamente all'anima delle persone; Il mare e le sue creature sono sempre al centro dei suoi lavori, i quali spesso vengono usati come una splendida metafora. Personalmente siamo molto legati a lui perché è anche grazie alle sue parole che questo progetto ha trovato il coraggio di nascere.
Quindi chi meglio di lui sa dirci cosa c'è li nel profondo blu?!

- Ciao Sergio, vogliamo iniziare con il dirti che per noi è un onore poterti intervistare per la nostra pagina. Siamo dei tuoi appassionati lettori e abbiamo pensato subito a te per aiutarci a dare voce in questa battaglia contro l'inquinamento degli oceani dalla plastica. Tu sei una persona che si batte molto per questo, cosa pensi quindi di questo problema? E' veramente così grave?

Innanzitutto, è un onore per me essere invitato, grazie mille. Si, il problema è enorme e sta peggiorando. Sebbene molti paesi stiano riciclando tutta la plastica che possono ci sono purtroppo  delle materie che non possono essere riciclate; in più i paesi poveri hanno un riciclo minimo o nullo. In tutto ciò il peggio deve ancora venire! Si avrà un enorme ripercussione sugli oceani e sugli animali che vi abitano e, alla fine, diventerà un problema per l'umanità.


- Nei tuoi viaggi e nelle tue uscite con la tavola da surf ti sarà capitato di imbatterti in questo problema, puoi raccontarci cosa hai pensato in quei momenti? Cosa ti diceva il cuore?

Vera tristezza! Stiamo distruggendo il nostro ambiente e pochissime persone si preoccupano. E' triste andare a fare surf e vedere la plastica fluttuare tutt'intorno, ma è ancora più  triste quando si guarda un leone marino che soffoca lentamente, intrappolato con una plastica da birra da sei pacchi nel collo, o guardando un delfino morto nel mare e, quando lo aprono per fare l'autopsia, il 50% del cibo trovato nel suo stomaco è di plastica. Lo stesso accade con le tartarughe, balene, squali, persino gabbiani e uccelli oceanici. E' frustrante! 
Molto ha a che fare con l'avidità degli essere umani e fino al giorno in cui ci renderemo conto che non possiamo bere benzina o mangiare plastica o soldi niente cambierà. La plastica è fondamentalmente un derivato della benzina e l'avidità è uno dei peccati più gravi di molti esseri umani.   


- Noi sappiamo del legame profondo che hai con l'oceano, ma come nasce questa cosa? Che sensazioni ti da "parlare" con lui?

Più che parlare ho sempre ascoltato l'oceano. E' il mio migliore insegnate e amico. Posso solo ascoltarlo con il cuore, non con la mente. E' successo per tutta la vita, ma con gli anni la voce è diventata più chiara e più forte. Questa connessione diventa sempre più forte mentre ascolto la musica della natura e non il rumore della vita quotidiana.


- Hai due momenti, uno positivo e uno negativo, che per te sono stati più significativi nella tua vita a contatto con le creature marine?

Ci sono stati tantissimi momenti... immagino che il più felice sia stato quando sono riuscito a togliere le reti che avevano impigliato un cucciolo di megattera a meni nude, mentre sua madre era rimasta a circa dieci metri di distanza a guardare. Quando finalmente riuscii a togliere l'ultimo pezzo di rete ero esausto, eppure il cucciolo e sua madre rimasero con me per un'ora, finché furono sicuri che stessi bene. Il momento peggiore invece è stato quando stavo tagliando una rete da strascico, per liberare alcuni delfini e tartarughe da morte certa, e hanno iniziato a sparare contro di me e un mio amico con delle pistole dalla nave da pesca. Abbiamo pensato che non saremmo mai fuggiti vivi. 





- C'è uno dei tuoi libri che ti rappresenta di più o che ti sta più a cuore?

Immagino che ce ne siano due: "Il Delfino"e "Il Messaggero", che è già stato pubblicato in tedesco e uscirà quest'anno in spagnolo, italiano e inglese. Sono due libri che ho scritto direttamente dal cuore, come una catarsi. Le parole di questi due libri non mi sono mai passate per il cervello, era solo la voce del mio cuore. Così semplice. 


- Sappiamo che sei una persona sempre molto impegnata e quindi non vogliamo disturbarti troppo, ma vogliamo chiederti un ultima cosa: a cuore aperto, cosa ti senti di dire a chi leggerà questa intervista?

Cosa ha imparato un umile essere umano dalla vita: "Vivi sempre, non esistere solamente. Sii invece di avere; e se hai condividilo con gli altri. La vita e il tuo tempo sono le uniche cose che possiedi veramente in questa vita, il resto è preso in prestito. Ma soprattutto, non lo dimenticare mai: è semplice vivere una vita felice,  il trucco è rimanere semplici per tutta la vita!".
Possano i tuoi sogni diventare realtà, sempre. 




Vogliamo ringraziare di cuore Sergio Bambaren per la bella intervista che ci ha lasciato. Noi, come lui, siamo determinati a continuare questa battaglia perché sappiamo che non c'è più tempo da perdere e bisogna fare tutto il possibile per tutelare il nostro pianeta. La plastica è un problema reale per i nostri mari e le sue creature e sta a noi aiutarli e proteggerli visto che siamo tutti responsabili di questo problema.


" L'universo non ti darà mai un compito gravoso senza darti l'opportunità di portarlo a termine"
- Sergio Bambaren

Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

lunedì 27 aprile 2020

RISPARMIO DELLA PLASTICA: 5 COMPORTAMENTI SBAGLIATI E COME RISOLVERLI

Come vi abbiamo detto nell'articolo "Il cambiamento per un mondo senza plastica: abitudine o paura?", ci sono dei comportamenti che abbiamo ormai acquisito nella nostra routine che sono purtroppo dannosi per l'ambiente. Così abbiamo deciso di aiutarvi e accompagnarvi nel cambiamento.
Oggi vi vogliamo mostrare la soluzione a 5 comportamenti sbagliati che abbiamo nella vita di tutti i giorni, facendovi vedere come è possibile risparmiare plastica con semplicità.
Provate ad applicare, questi piccoli cambiamenti nella vostra routine, una volta al giorno, uno per giorno, scoprirete quanto è semplice fare la cosa giusta. 


1- BERE DALLA BOTTIGLIA DI PLASTICA

Quando si va in giro, a lavoro o in palestra e ci viene sete troppi di noi ancora vanno ad acquistare una classica bottiglia d'acqua. Sappiamo tutti però che le bottigliette di plastica sono estremamente inquinanti, perché sono monouso e quindi al termine del loro utilizzo vanno buttate. 
SOLUZIONE
Banalmente basta portandosi da casa la propria borraccia, in modo tale da poterla riempire ogni volta ce ne sia bisogno senza generare rifiuti plastici. Costa meno e non inquina.




2- ACQUISTARE GENERI ALIMENTARI CONFEZIONATI IN INVOLUCRI DI PLASTICA

Nei supermercati, troppo spesso, troviamo dei generi alimentari confezionati in involucri di plastica. Molte volte, ad esempio la frutta e la verdura, viene addirittura imballata in singole unità; infatti possiamo trovare mele, peperoni, banane e chi più ne ha più ne metta, in confezioni di plastica. Fece addirittura scalpore una foto di un mandarino, già sbucciato, confezionato in un pacchetto di plastica e venduto nei banchi frigo di un supermercato. 
SOLUZIONE
Iniziamo ad evitare questi prodotti, comprimo, soprattutto frutta e verdura, sfusa. Anche perché, quando andate a pagare, nel prezzo è compreso anche il confezionamento. Quella plastica la pagate!!! Quindi inquinate, pagate di più e fate anche una pessima figura. Il mandarino già sbucciato nella confezione di plastica no, proprio no!





3- STOVIGLIE IN PLASTICA

Sappiamo, perché lo sappiamo, che tante persone utilizzano ancora, nel quotidiano piatti, bicchieri e delle volte anche posate di plastica. Questo comportamento è estremamente inquinante e anche, nella maggior parte delle volte, insensato. Capiamo bene che ci sono delle situazioni, ad esempio il compleanno a casa di vostro figlio piccolo con i suoi amichetti di scuola, che richiedono delle contromisure tattiche per non uscirne esauriti. Quindi li lo possiamo anche capire, che per evitare danni, utilizziate delle stoviglie di plastica, però questi sono casi, sono eventi. Il vero problema è l'utilizzo quotidiano di questi prodotti. 
SOLUZIONE
Iniziamo a ritirare fuori i bei vecchi servizi in ceramica che ci avevano regalato i parenti, o quelli che la nonna conserva in ripostiglio da anni. Sappiamo che poi qualcuno dovrà lavarli, ma, in fondo, vi si chiedono dieci minuti in più del vostro tempo in cambio di una vita più sana, per voi, per i vostri figli e per l'intero pianeta.  Così facendo eviterete di utilizzare tanta, ma tanta plastica inutile.





4- I SAPONI PER IL CORPO

A questo tipo di comportamento ci abbiamo già dedicato un articolo, "Travel kit 3: La Saponetta", dove vi spieghiamo il perché conviene iniziare ad utilizzare un'alternativa al classico sapone liquido.
Però tranquilli, ve lo rispieghiamo volentieri.
Il comportamento, l'usanza in questione è quella di comprare le classiche bottiglie di sapone, quelle che tutti usiamo, per lavarci sotto la doccia. Infatti c'è un grosso consumo di plastica e in più la maggior parte dei saponi utilizzati non sono completamente naturali.
SOLUZIONE
Secondo noi è possibile cambiare questo aspetto della nostra vita utilizzando una classica saponetta. Così facendo sarà possibile evitare di utilizzare plastica e in più ci farà risparmiare anche dei soldi.
Il motivo per cui si risparmia plastica è facilmente comprensibile, anche se, per essere precisi e scrupolosi, bisognerebbe prediligere quelle saponette che sono prive di plastica anche nel pacchetto. Infatti molte hanno intorno l'involucro di plastica e queste dopo averle aperte diventano subito un rifiuto, perciò state attenti anche a questo. Per quanto invece riguarda l'aspetto economico, la saponetta dura di più di un bagnoschiuma normale e costa anche meno al dettaglio. Se volete maggiori informazioni sulle saponette ed avere qualche consiglio su quale acquistare aprite il seguente link: https://viaggiosenzaplastica.blogspot.com/2020/04/travel-kit-3-la-saponetta.html.





5- LE BUSTE DEL SUPERMERCATO

Si, lo so, ora tutti ci direte: "le buste del supermercato sono biodegradabili, quindi ci state dicendo una cazzata!", ed è vero, la maggior parte dei supermercati, non tutti però, utilizzano buste biodegradabili. Però queste diventano quasi subito dei rifiuti, quindi non siamo del tutto ad impatto zero. Ed è un peccato visto che si può fare!
SOLUZIONE 
Abbiamo tutti a casa una di quelle buste riutilizzabili molto spaziose e resistenti dove poter riporre i propri acquisti. Ormai sono acquistabili ovunque e il grande vantaggio che hanno è che si possono appunto riutilizzare fino a che non si rompono. Portandovi con voi una di queste potrete risparmiare tantissimi rifiuti inutili. Se però, per voi queste sono troppo grandi e ingombranti, potete sempre utilizzare quelle in stoffa che non occupano niente e sono anche pieghevoli. Potrete tranquillamente tenerle in borsa o in macchina senza problemi.




Se ci avete fatto caso, quasi ogni nostro comportamento sbagliato, deriva da ciò che facciamo all'interno dei supermercati. Dal momento in cui si entra a quello in cui si esce, c'è sempre una componente comportamentale, decisionale, che determinerà la nostra influenza sull'ambiente. Cercate, nel tempo, di provare a cambiare queste semplici abitudini, perché a noi cambia realmente poco, vedrete, ma per il pianeta è un grosso aiuto. 
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

venerdì 24 aprile 2020

INCONTRI: PLASTICA, TESTIMONIANZE DAL MONDO CON CLAUDIO PELIZZENI DI TRIP THERAPY

Ogni viaggio si sa, ti lascia dentro qualcosa, il più delle volte sono belle emozioni che ti fanno sorridere appena le ricordi. Può però anche capitare di ritornare a casa e pensare con rammarico a delle situazioni vissute nel viaggio appena concluso, ma sempre, in ogni caso, queste esperienze resteranno dentro di te e faranno parte dell'immenso bagaglio della tua vita. Una persona che ha deciso di riempire d'esperienze il suo bagaglio, o meglio il suo zaino, è sicuramente Claudio Pelizzeni.

Claudio è uno dei più famosi travel blogger in Italia, ha fatto il giro del mondo senza aerei ed ha intrapreso tantissimi altri viaggi che lo hanno fatto diventare un autentico "cittadino" del mondo. Ha fondato Trip Therapy, la terapia del viaggio, che per Claudio ha significato la ricerca della felicità facendo ciò che amava di più, ovvero viaggiare. Un percorso mentale, fisico e spirituale che lo ha portato, nel tempo, a girare mezzo globo con gli occhi di chi sa che seguire i propri sogni è l'aspetto fondamentale per vivere al meglio la vita che abbiamo; l'unica.
Quindi chi meglio di lui può portarci testimonianze dei problemi che sta generando la plastica in giro per il mondo?!
Questo è ciò che ci ha detto Claudio:

- Ciao Claudio, noi siamo dei tuoi grandi estimatori, ti abbiamo seguito durante il tuo giro del mondo senza aerei e quindi abbiamo subito pensato a te per questo progetto. Siamo sicuri che una tua testimonianza di com'è la situazione nel mondo posso essere di grande valore. Quindi iniziamo con il chiederti cosa pensi tu del problema dell'inquinamento da plastica, se è reale o è solo una fantasia degli ambientalisti.

Indubbiamente è un problema reale e purtroppo a livello mediatico non è neanche sufficientemente raccontato. Io ho cercato qualche volta nel mio blog di raccontare l'altra faccia dei "paradisi". Mi ricordo per esempio alle Maldive, dove un lato dell'isola era completamente pulito, ovviamente quello dove c'erano le guest house, mentre l'altro era pieno zeppo di plastica. Lo raccontai anche quando arrivai a Utila, un isola in Belize, dove una spiaggia in cui le tartarughe dovevano deporre le uova era diventata una vera e propria discarica. Una cosa curiosa fu quando attraversai l'Oceano Pacifico a bordo di un cargo mercantile, mi capitò di chiedere al capitano se avesse mai incrociato la famosa "Isola di Plastica". Lui mi disse che non l'aveva mai vista, non aveva mai avuto un contatto con essa e che addirittura si stava chiedendo se effettivamente potesse esistere oppure no. Poi in realtà se uno fa una verifica lo vede che è assolutamente veritiera.
Quindi il problema dell'inquinamento da plastica è fortissimo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo del terzo mondo. Non hanno la cultura di fare qualcosa, un pò come nei primi anni ottanta, solo che siamo nel 2020. Quindi sarebbe il caso che i governi facessero qualcosa, soprattutto in paesi come India, Nepal e Africa, dove la plastica è un grosso problema.

- Durante i tuoi viaggi cosa hai potuto osservare in giro per il mondo? Qual'è stato il paese che hai visitato che secondo te ha più problemi legati all'inquinamento della plastica e quale invece è quello che ne ha meno e cerca di fare qualcosa?


Senza dubbio i peggiori sono due: India e Cina, dove la plastica presente nei fiumi crea delle dighe che provocano delle esondazioni, il  che è veramente una follia! Mentre, dal mio punto di vista, uno dei luoghi migliori è l'Australia, dove c'è molto rispetto e soprattutto molta educazione alla raccolta differenziata. Li puoi vivere "plastic free", perché ci sono proprio degli stimoli che possono farti comportare in maniera virtuosa; ad esempio nei supermercati non ci sono buste, per fare la spesa devi portarti le tue oppure usare i cartoni. Poi ci sono realtà più piccole dove la plastica è proprio vietata. Ad esempio nelle Isole Adamane, in India, che è paradossale, ma li la plastica è completamente vietata. Come questa ce ne sono altre di realtà dove non è consentito vendere la plastica, però sono piccolissimi posti. Anche in Bhutan la plastica è gestita molto bene, ce n'è poca e soprattutto non viene buttata nella natura. Però è un paese un pò particolare ed è difficilmente replicabile il suo modello nel resto del mondo.





- Hai qualche episodio da raccontaci che ti è rimasto particolarmente impresso?


Non dimenticherò  mai quando vidi la gestione della plastica in Nepal, dove praticamente a fine giornata veniva raccolta e gettata in un angolo per essere bruciata senza alcun senso o logia, creando fumi tossici e generando così ancora più inquinamento. Mi è veramente rimasta impressa questa cosa e da allora cerco di stare un pò più attento e soprattutto di sensibilizzare, nel mio piccolo, ad avere un comportamento più responsabile. E' così nei miei viaggi organizzati, dove cerco di portare i miei gruppi di viaggiatori ad utilizzare meno plastica possibile.


- Sappiamo che sei un ottimo sub, hai fatto molte immersioni e sicuramente ti sarai imbattuto in questo problema. Com'è la situazione la sotto? cosa ci raccontano gli oceani?


Si hai detto bene, mi piace molto la subacquea. Fortunatamente le immersioni organizzate sono generalmente in parchi marini, quindi li il problema della plastica è molto ridotto e non si hanno contatti diretti così spaventosi. Però è presente anche li e queste sono cose tristi. Perché è anche capitato di vedere porta lattine incastrati nel collo delle tartarughe, però in generale è raro in circostanze di subacquea. Secondo me invece è diverso per chi si immerge, ad esempio per lavoro, in zone che non sono parco marino, li credo ce ne sia veramente tanta. E fa male, molto male!





- Oltre al giro del mondo senza aerei ti sei cimentato anche nel fare il famoso cammino di Santiago partendo dall'Italia, da casa tua, sposando un voto di silenzio. Abbiamo letto entrambi i tuoi libri e sappiamo quanta forza di volontà c'è voluta per portare a termine questi progetti. Pensi che per iniziare a combattere un problema così serio come l'inquinamento da plastica serva una determinazione così forte o basti organizzazione?


Ormai credo che il problema della plastica abbia raggiunto delle dimensioni tali per cui ci vuole sicuramente organizzazione, ma ci vuole anche una fortissima determinazione e secondo me anche delle pene severe. Bisogna attuare una politica davvero pesante ed estremamente penalizzante per chi inquina con la plastica, in maniera più assoluta. Non basta più solo l'organizzazione, è troppo grande il problema a livello mondiale, dobbiamo iniziare ad evitare il più possibile plastica. Ho visto che ci sono fortunatamente dei negozi che si stanno spostando verso politiche "plastic free" e questa è la direzione in cui dobbiamo andare. Attenzione però, il non utilizzo della plastica comporta l'utilizzo di altri materiali, quindi bisogna valutare bene l'impatto nell'ecosistema mondiale di queste alternative, soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento.


- Non vogliamo toglierti altro tempo, però vorremmo chiederti un ultima cosa: Hai qualche consiglio o un appello da fare ai viaggiatori di domani?


Guarda in questo caso secondo me basta poco, perché credo che i viaggiatori si rendano bene conto del problema che la plastica sta causando al mondo e alla natura. Basta semplicemente una cosa: partire con una bella borraccia in alluminio, in modo tale da non dover comprare bottigliette di plastica. Questo è già un buon passo. Dopo di che credo che viaggiando, giorno dopo giorno, la sensibilità aumenterà e di conseguenza si starà sempre più attenti a non utilizzare plastica. Poi non so se un giorno si arriverà a vivere "plastic free", perché purtroppo è molto difficile, ce n'è troppa ovunque e in qualsiasi cosa.




Ringraziare di cuore Claudio per la grande disponibilità dimostrata è il minimo che possiamo fare. Siamo felicissimi di aver potuto ascoltare le sue testimonianze e speriamo servano a voi lettori per capire sempre di più la strada che dobbiamo necessariamente prendere.
Aiutiamo il nostro pianeta, ne ha un disperato bisogno.
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

mercoledì 22 aprile 2020

IL CAMBIAMENTO PER UN MONDO SENZA PLASTICA: ABITUDINE O PAURA?

Prima di fare delle personali riflessioni sul cambiamento che il nostro pianeta ci sta chiedendo per salvare la sua, la nostra natura, dovremmo prima di tutto comprendere cosa significa, cosa si intende per "cambiamento".
Per questo vogliamo portarvi all'attenzione alcune citazioni che la storia ci ha regalato:

 "L'unica costante della vita è il cambiamento" 

(Buddha)


 "La misura dell'intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario"
 (Albert Einstein)

 "Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile" 

(San Francesco D'Assisi) 



Ma tra le tantissime che sono state pensate e scritte, una per noi è la più significativa:



 "Fare un nuovo passo, dire una nuova parola, è ciò che la gente teme di più." 
Fëdor Dostoevskij)


E' proprio in queste semplici parole che noi rivediamo il vero limite dei tempi nostri, come se Dostoevskij predisse già quale sarebbe stato il monte da scalare per risolvere un qualcosa di più grande e gravoso. Sono anni che l'uomo si è accorto che la terra è in ginocchio, ha bisogno di aiuto per potersi risollevare e solo noi, essendone anche la causa, possiamo farlo. E' noto ai molti che sono in atto dei cambiamenti climatici che stanno devastando tante popolazioni, è noto che l'inquinamento che generiamo sta soffocando il pianeta portando così una serie di concause che stanno sempre di più compromettendo il fragile equilibrio che genera la vita. Nel taoismo si dice che senza equilibrio si genera il caos; ed è effettivamente quello in cui ora stiamo vivendo, ma la cosa più preoccupante è che può anche peggiorare, e di molto pure. 


Da qui nasce poi un problema, come se ce ne fossero già pochi, come facciamo a far capire alle persone che la situazione è grave e va risolta? 
Per fortuna negli ultimi anni sono state molte le iniziative e le campagne di informazione che hanno portato all'attenzione i problemi sul cambiamento climatico e dell'inquinamento della plastica, purtroppo però non è bastato. E' servito, ma non è bastato a far cambiare abitudini e atteggiamenti alle persone comuni e non è bastato per far prendere ai governi contromisure forti. Perciò non possiamo fare altro che combattere, informare le persone e mostrargli, praticamente, come si può cambiare. Quello che pensiamo sempre noi è che puoi essere di grande aiuto se sei d'esempio per gli altri. Per questo noi di Viaggio Senza Plastica abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e di lavorare per aiutare le persone a cambiare e il nostro mondo a guarire.


"Se non sei parte della soluzione sei parte del problema" 
- Sergio Bambaren

Però ora ci chiediamo: "perché le persone, nonostante la conoscenza del problema, non decidono di cambiare?"
La risposta a questa domanda ce la siamo riusciti a dare dopo aver ascoltato tante persone, dopo esserci confrontati con loro ed aver appreso cosa li spingesse a non prendere una posizione. Abbiamo capito che è la paura del cambiamento che li blocca maggiormente, è la paura, come dice Dostoevskij, di fare un nuovo passo. 
Anche se poi in realtà non si parla di cambiamenti radicali, si tratta solo di modificare dei comportamenti all'apparenza innocui che però, sommati per la popolazione mondiale, recano dei grandi danni. La paura di cambiare la propria routine è comprensibile, come dicevamo in un precedente articolo, noi lo capiamo. Siamo coscienti del fatto che far cambiare ad una madre di famiglia delle abitudini consolidate a che hanno generato un equilibrio nella sua frenetica vita è un compito all'apparenza arduo, ma fidatevi di noi, si può fare! Basta far diventare abituale una cosa che prima non lo era, e così, in fondo, non cambierà realmente niente.


Proviamo a spiegarci meglio facendo degli esempi: Un abitudine che abbiamo un pò tutti è quella di utilizzare dei saponi, per uso personale, che sono venduti nelle classiche bottiglie di plastica. Questa è un abitudine dannosa che può essere cambiata semplicemente iniziando ad usare le saponette perché non sono contenute in confezioni di plastica.
Un'altra abitudine dannosa è quella di comprare al supermercato frutta e verdura confezionata in involucri di plastica. La soluzione è semplicemente di comprare quella sfusa, niente di più.
In viaggio, quando andate in ufficio o anche semplicemente a fare una passeggiata, portatevi una borraccia. Non usate più bottigliette di plastica, inquinano, costano e non possono essere riutilizzate perché nocive.
Questi sono solo dei banalissimi esempi che però fanno capire quanto è esagerato e inutile tutto questo utilizzo di plastica. Un giorno magari scriveremo un articolo a parte su questi comportamenti; ma comunque vi abbiamo dimostrato che le alternative ci sono, bisogna solo iniziare ad utilizzarle e vedrete che la vostra routine non sarà cosi diversa, ma poi chi lo sa mai... magari potreste scoprire cose nuove che addirittura vi semplificano la vita.

Non abbiate paura di fare il primo passo, perché poi vi accorgerete del terrore che proverete per essere rimasti fermi.
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

domenica 19 aprile 2020

UN TRAMONTO AL MARE

Quante volte fantastichiamo con la nostra dolce metà di quanto sarebbe bello andare al mare a vedere un tramonto, seduti ed abbracciati sulla sabbia ad osservare il sole immergersi nel mare. Una delle esperienze più intime che si possono avere grazie a  madre natura, il giorno che lascia la scena alla notte, e noi li ad osservare , vicino con corpo e anima alla persona che amiamo.  Romanticismo puro!
Il bello è che tutto ciò è a disposizione di chiunque, madre natura ci da la possibilità a tutti, senza fare alcuna distinzione, di assistere a questi spettacoli che spesso ti lasciano un ricordo indelebile nella memoria. In qualunque parte del mondo siate, a prescindere che vi troviate su una spiaggia, in montagna, in città o affacciati alla finestra di un monolocale, avrete la possibilità di guardare l'orizzonte e ammirare il tramonto che colora il cielo.

A quanti di noi, soprattutto in questo momento in cui siamo costretti a casa, ci ha fatto nascere un sorriso malinconico il pensare ad una situazione così?! Credo in molti;  spero però che tutta questa assurda situazione ci serva per capire cosa è realmente importante nella nostra vita. Non vi starò qua a fare la solita sviolinata, non è da me, ma ci terrei a farvi arrivare il messaggio che magari invece di chiudersi in un cinema, o a un ristorante stellato, passare con la persona che amiamo un esperienza a contatto con la semplicità della natura vale molto ma molto di più!

E ora penserete: "che c'entra con la plastica?"

Sono partito, all'apparenza, da così lontano perché è prima di tutto importante capire il valore delle cose che abbiamo sotto mano. Un tramonto potrà generare tutte queste belle sensazioni ed emozioni solo se ce ne prenderemo cura.

Provate ad  immaginare... Siete sotto casa della vostra ragazza, sale in auto e vi dirigete alla spiaggia più bella della vostra regione per fare un aperitivo insieme mentre guardate il tramonto. Arrivate, prendete tutto ciò che serve, anche il telefono per fare una foto da postare su Instagram, ma quando arrivate in spiaggia avete difficoltà a trovare un punto dove sedervi perché è pieno di rifiuti. E sapete qual'è il maggior rifiuto che si trova sulle spiagge? si esatto, la plastica, in ogni forma e dimensione. Tremendo no? un momento così bello rovinato dall'immondizia.

 Ecco, a noi è successo e fidatevi che è veramente deprimente rovinarsi un momento così.  Però noi lo sapevamo, perché siamo coscienti della condizione dei nostri mari, così abbiamo trovato un modo per viverci a pieno quel momento nostro e ringraziare la natura dello spettacolo offerto.




Cos'è realmente la plastica? clicca (QUI) per saperne di più



Abbiamo capito che basta veramente poco per fare qualcosa di utile a noi e alla natura, bisogna solo organizzarsi.
Nello zaino, prima di uscire da casa, insieme alle birre e alle patatine abbiamo messo anche un paio di guanti e una busta, niente di più. Arrivati in spiaggia ci siamo messi a fare una passeggiata, mano nella mano, come una qualsiasi coppia innamorata fa, con l'unica accortezza di raccogliere un pò di plastica. Finita la passeggiata abbiamo aperto il telo, preso birra e patatine e ci siamo lasciati meravigliare dallo spettacolo che la natura ci ha offerto. 
Accanto a noi a "godersi lo spettacolo" ci stava anche il sacco con dentro la plastica appena raccolta, il che può sembrare inutile e stupido, ma vi garantiamo che anche un piccolo gesto così può fare la differenza!

E sapete perché? perché sarete d'esempio!  

Aiutateci a cambiare, basta veramente poco, provatelo.

Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

venerdì 17 aprile 2020

INCONTRI: NELL'ESTREMO NORD CON ELISA POLINI DI "UN VIAGGIO INFINITE EMOZIONI"

Nella nostra rubrica "Incontri" vogliamo ora portarvi ai confini del mondo, dove la natura regna sovrana e dove il ghiaccio ne è il padrone; vi vogliamo portare nella casa dell'orso polare, delle foche e dei narvali, dove le balene vivono prima di iniziare il lungo viaggio che le porterà mesi dopo in zone più temperate.
Solo poche persone possono permettersi di chiamare quei posti casa e una di queste è senza dubbio Elisa Polini, fondatrice di "Un Viaggio Infinite Emozioni", che abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Ad Elisa, grande esperta di viaggi in territori polari, abbiamo voluto chiedere come fosse la situazione dell'inquinamento da plastica in quei luoghi, perché ci siamo accorti che è opinione comune pensare che ciò che succede vicino a noi non può arrivare in zone così remote e viceversa. Spesso abbiamo sentito dire che è impossibile che una bottiglia di plastica che viene gettata, ad esempio, in Portogallo possa arrivare in Alaska, o che l'inquinamento di un fiume cinese non possa creare problemi in Italia. Ma questa, fidatevi di noi, è una gran cazzata!
A molte persone, vuoi per disinformazione, vuoi per mera ignoranza, non è chiaro il processo di legami e interconessioni che ci sono in natura e quindi viene tutto pericolosamente sottovalutato.
Ne abbiamo parlato con Elisa e questo è quello che ci siamo detti:

- Ciao Elisa, innanzitutto dobbiamo dirti che per noi è un infinito piacere poterti intervistare. Ti seguiamo da tanto tempo e ci piace tantissimo quello che fai, crediamo che la tua pagina sia una delle più belle del settore per contenuti e modi con cui ti rivolgi al tuo pubblico. Quindi complimenti! Volevamo quindi sapere come nasce questa tua passione per le regioni polari e cosa ti ha spinto ad aprire "Un Viaggio Infinite Emozioni".

Ciao, grazie mille per i complimenti e grazie per avermi coinvolta in questo vostro splendido progetto. La passione per le terre polari ce l’ho nel sangue sin da quando ero bambina. Mentre i miei amici guardavano i cartoni animati più famosi, io ho sempre guardato cartoni e documentari che parlavano di questi splendidi angoli di mondo. Ne sono sempre stata affascinata. Crescendo mi sono ripromessa di andare a visitare i luoghi che tanto mi facevano sognare quando ero piccola così, appena ne ho avuto la possibilità, ho prenotato il mio primo viaggi nell’Artico. È stato in Lapponia, una terra che amo profondamente, e da allora sono tornata tante altre volte lassù. Ho raggiunto e superato l’80° parallelo Nord e mi sono spinta anche nel remoto sud, fino all’Antartide.
Un Viaggio Infinite Emozioni nasce un po’ per gioco, spinto dai tanti complimenti di chi ci segue da tanti anni sui social. È nato a metà 2016 e parla principalmente delle zone dell’Artico e dell’Antartide, ma trattiamo anche viaggi on the road e zaino in spalla nel resto del Mondo. È nato con l’intento di condividere informazioni utili per altri viaggiatori, riuscire a trasmettere emozioni e a far sognare con le nostre fotografie e spingere i nostri lettori a realizzare i propri sogni.
Con il tempo è diventato un vero e proprio progetto e lavoro, raggiungendo ottimi risultati, e ne andiamo molto fieri. Oggi Un viaggio infinite emozioni è diventato un punto di riferimento per chi desidera conoscere l’Artico, non solo paesaggisticamente parlando, ma approfondendo la sua storia, le sue problematiche, le varie culture e i vari popoli che vi abitano. Negli anni la nostra esperienza ci ha portato a scrivere una guida di viaggio cartacea sulla Norvegia e a realizzare tre diversi progetti:

-  Artico, un Mondo da proteggere oltre il Circolo Polare Artico e Antartide, un Mondo da proteggere oltre il Circolo Polare Antartico: due progetti con i quali ci impegniamo a sensibilizzare la maggior parte delle persone sul tema del riscaldamento globale e dell’inquinamento da plastica e ci impegniamo ad informare e rendere più consapevoli i nostri lettori che intendono visitare questi posti.

- People of the Arctic: una raccolta di reportage con la quale raccontiamo la dura vita che svolgono gli abitanti dell’Artico, le loro tradizioni e la loro storia.

- Come sai noi siamo particolarmente sensibili al tema dell'inquinamento da plastica e ti volevamo chiedere cosa ne pensi al riguardo. E' un problema reale secondo te o è solo, come dice certa gente, "una moda" passeggera parlare di questo? Perché purtroppo a noi è capitato di sentire anche questo.

Purtroppo molta gente non ha ancora capito l’entità del problema legato all’inquinamento da plastica e di frasi come quella che avete ricevuto se ne sentono ancora troppe.
Oltre 300 milioni di tonnellate di plastica vengono prodotte ogni anno, la metà delle quali viene utilizzata per progettare articoli monouso come borse per la spesa, piatti, posate, bicchieri e cannucce di plastica. Di queste, almeno 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nei nostri oceani ogni anno. L’inquinamento da plastica esiste, è reale ed è dannoso, sia per le persone sia per l’ambiente che ci circonda. Prima se ne prende consapevolezza, prima si può provare a fare qualcosa per salvare la nostra casa, la Terra.

- Nei tuoi viaggi ti è capitato di imbatterti in questo problema? Com'è la situazione nelle zone polari? La plastica è arrivata anche li?

Purtroppo si, la plastica è arrivata anche nell’Artico, e di questo ho avuto modo di parlarne con diverse guide e ricercatori durante le mie spedizioni. Le coste delle Svalbard, ad esempio, sono raggiunte giornalmente da una quantità elevata di rifiuti, la maggior parte dei quali sono di plastica. A tal proposito è stata avviata l’iniziativa ‘Clean Up Svalbard’ in cui ricercatori, abitanti e volontari si adoperano per ripulire le spiagge da questi rifiuti. Durante la mia ultima spedizione lassù ho avuto modo di prendere parte ad una pulizia delle spiagge e non mi sarei mai aspettata di raccogliere così tanti rifiuti. 
L’Artico purtroppo è interessato anche da un’altra problematica ambientale: il riscaldamento globale. Lassù si verifica un riscaldamento maggiore, quasi doppio, rispetto al resto del pianeta e le conseguenze sono davvero allarmanti. Tutto ciò che succede nell’Artico, e in Antartide, si ripercuote sul resto del pianeta. Basti pensare a zone come la Groenlandia o le Svalbard che negli ultimi anni hanno perso enormi quantità di ghiaccio, all’inverno che in Lapponia arriva sempre più tardi oppure agli incendi che l’anno scorso hanno distrutto la taiga siberiana, e di esempi così se ne possono fare tanti altri. Sicuramente alcune situazioni sono dovute ai normali cicli della Terra, si sono verificate anche in passato, ma la situazione è davvero allarmante e la si può toccare con mano.

- Considerata l'elevata importanza che l'Artico ha sul pianeta e considerata anche la tipologia di fauna che ci vive, che impatto può avere secondo te l'inquinamento da plastica in quelle zone?

L’inquinamento da plastica, sommato al riscaldamento globale, può avere conseguenze davvero drammatiche sulla fauna che abita nell’Artico, ma anche sulle popolazioni autoctone. La plastica purtroppo inquina l’habitat di molti animali, alterandolo, o addirittura mettendo in pericolo la loro stessa vita. L'inquinamento da plastica tra l’altro è il problema più diffuso che colpisce l'ambiente marino. Basti pensare agli animali che popolano gli oceani, i quali ingeriscono microplastiche rischiando di soffocare o restano intrappolati in detriti di plastica, che gli causano gravi lesioni o li portano addirittura alla morte. Tutto questo ha ripercussioni anche sulle popolazioni indigene dell’Artico, la cui salute viene compromessa dalla qualità del cibo che mangiano. Molte popolazioni vivono tuttora di caccia e pesca. Ma la plastica non è l’unico problema. Parlando con delle guide locali, ci hanno raccontato che da alcune ricerche condotte sui pesci che popolano il mare attorno alle coste delle Svalbard sono emerse tracce di shampoo e di mascara contenute in essi. Di esempi così, purtroppo, se ne possono fare anche su tanti altri animali in altre parti del mondo.

- Cosa invece pensi possano fare gli stati e le singole persone per combattere il problema?

Innanzitutto informarsi invece di far finta di nulla perché ‘tanto è lontano, a noi non riguarda’, ascoltare le testimonianze di chi tocca con mano questa realtà e poi adoperarsi per migliorare il proprio stile di vita e renderlo più sostenibile. Quando si viaggia, ad esempio, si deve cercare di lasciare la minima traccia del proprio passaggio nei paesi che si stanno visitando. Si possono scegliere strutture ecologiche e tour operator che adottano politiche sostenibili e utilizzano mezzi a basso impatto ambientale. Nella vita di tutti i giorni è invece fondamentale ridurre drasticamente, o eliminare del tutto, l’utilizzo della plastica. Ci sono tanti modi per farlo: sostituire le bottiglie d’acqua in plastica con le bottiglie in vetro, magari andando a prendere l’acqua alle casette apposite, sostituire le bottigliette di plastica con una borraccia riutilizzabile, sostituendo lo spazzolino di plastica con quello in bamboo, eliminare l’uso di piatti, posate e bicchieri di plastica, preferire cibi sfusi a quelli confezionati con imballi di plastica, portarsi delle borse in tessuto o in materiale riutilizzabile ed eliminare l’uso dei sacchetti di plastica, e così via. Molti tour operator che operano nell’Artico e in Antartide hanno eliminato del tutto l’uso della plastica monouso nei loro uffici, sulle navi e durante le escursioni, hanno ridotto al minimo le loro emissioni e si stanno adoperando per diventare sempre più sostenibili. Molte destinazioni nordiche hanno inoltre preso il titolo di ‘Destinazione Sostenibile’ come premio per il loro impegno e il loro rispetto per l’ambiente che li ospita.

- Noi crediamo che molte persone abbiamo paura del cambiamento, abbiano paura di cambiare dei piccoli atteggiamenti nella loro routine e quindi continuano imperterriti ad usare soprattutto plastica monouso, che è quella che poi genera più problemi. Secondo te qual è la motivazione per cui ancora molte persone non decidono di cambiare le cose? Perché devono nascere "Viaggio Senza Plastica", e tutte le altre pagine che trattano di questo argomento, per far capire ancora di più alla gente che bisogna cambiare? Non è già abbastanza chiaro?

Pigrizia e non curanza della problematica. Sicuramente sono stati fatti davvero tanti progressi rispetto a qualche anno fa, la sensibilità ambientale è cresciuta e molte realtà stanno seguendo la strada della sostenibilità, adeguando la loro produzione verso l’utilizzo di materiali riciclati e macchinari a basso impatto ambientale. Molte persone hanno modificato il proprio stile di vita, adattandolo ad un basso consumo di plastica ed evitando gli sprechi di qualsiasi genere. Purtroppo però la mentalità del ‘tanto è lontano ed è un problema che non ci riguarda’ è ancora troppo diffusa nelle singole persone. Finché non succede qualcosa di veramente grave la gente preferisce far finta di niente, far finta che il problema non esiste, invece di aprire gli occhi alla realtà.
È un bene che ci siano persone come me, come voi e come altri che si battono per informare e sensibilizzare più persone possibili su questo argomento. Il lavoro da fare è davvero tanto, difficile, ma non bisogna darsi per vinti e bisogna continuare a farlo. Dobbiamo farlo per noi, per chi ci circonda e soprattutto per chi non può farlo da solo. Dobbiamo dare voce a tutti gli animali e le popolazioni indigene che chiamano ‘casa’ questi angoli remoti del mondo.

- Ultima domanda e poi ti lasciamo libera al tuo lavoro, promesso. Cosa ti senti di dire alle persone che leggeranno questa intervista? Hai qualche consiglio da dare?

Voglio dire solamente una cosa: adoperatevi per fare la differenza e per sensibilizzare anche chi vi sta intorno. Da soli possiamo fare poco, ma se ognuno di noi fa dei piccoli passi e compie delle piccole azioni sostenibili, insieme possiamo fare la differenza.




Vogliamo ringraziare Elisa per il suo prezioso contributo e per averci dedicato del tempo per questa intervista. Speriamo un giorno di poter fare un viaggio insieme e documentare la condizione in cui versa il nostro pianeta. Confidiamo che quanto detto vi abbia fatto comprendere maggiormente quanto è grave la situazione e quanto sia urgente un cambiamento.

Grazie di cuore a chiunque deciderà di cambiare.
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

giovedì 16 aprile 2020

BAMBOO Vs PLASTICA

Nel recente periodo si parla molto dei vari materiali che è possibile usare al posto della plastica, si fanno molte supposizioni, molti tentativi, ma raramente si trova un qualcosa che soddisfi completamente tutti. Ovviamente una caratteristica che questi materiali devono avere, che la plastica non ha, è la biodegradabilità del 100%. Sta fondamentalmente tutto la il problema. Tra i vari materiali che si stanno usando ce ne sta uno che secondo noi risulta più utile, per risultati e impatto ambientale, rispetto agli altri e questo è il bamboo.
Noi pensiamo sia opportuno prediligere prodotti in bamboo perché questi sono 100% biodegradabili e il loro impatto ambientale è quasi nullo. Ci spieghiamo meglio: qualche tempo fa, prima di approfondire la nostra conoscenza sull'inquinamento da plastica, pensavamo che non esistesse una vera e propria alternativa, non riuscivamo a trovare convincente quello che il mercato proponeva. Vedevamo che erano "molto" pubblicizzati i prodotti fatti in legno e in bamboo, ma pensavamo, ingnorantemente, "si non usi plastica ma per usare il legno lo devi tagliare da un albero, è realmente giusto?". 
Così abbiamo continuato ad utilizzare i classici prodotti di plastica, fino a quando abbiamo deciso di approfondire la nostra conoscenza su questo argomento e scoprire le caratteristiche e le proprietà del bamboo. 
Abbiamo scoperto che il bamboo è una pianta estremamente forte, resistente e soprattutto ha un enorme facilità di crescita. Alcune specie possono addirittura arrivare a crescere anche di un metro al giorno. Pazzesco!
I più una piantagione è facilmente gestibile, o meglio, non è una pianta che ha bisogno di molte cure proprio grazie alla sua grande forza.
Il legno quindi di cui sono composte le sue canne è utilissimo per tanti impieghi, ad esempio lo si può usare per l'edilizia, per prodotti alla persona e addirittura, le fibre che ne se ricavano, sono utilizzate per creare capi di abbigliamento sportivo, casual ed intimo. Un' altra caratteristica straordinaria che possiede il bamboo è che assorbe elevate quantità di anidride carbonica, circa il 35% in più della media delle altre piante, trasformandola poi in ossigeno, quindi è una pianta che può aiutare anche a combattere l'effetto serra.
Tutte queste caratteristiche la rendono secondo noi una pianta straordinaria e soprattutto la miglior candidata per essere utilizzata in prima linea a combattere l'uso della plastica.
Speriamo di avervi dato le giuste informazioni per comprendere che esistono alternative alla plastica, dobbiamo però iniziare ad usarle.
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica


martedì 14 aprile 2020

TRAVEL KIT 3: LA SAPONETTA

Uno degli aspetti più importanti per la propria salute sia che siamo in viaggio sia che siamo a casa è senza dubbio l'igiene personale. Mai come questo periodo in particolar modo siamo attenti alla nostra igiene, lavandoci spesso le mani e il viso per prevenire un possibile contagio del Covid-19. Proprio tutta questa attenzione all'uso di saponi e disinfettanti ci ha portato a riflettere su quante milioni di bottigliette in plastica siano state usate in questo periodo e quante ancora ne useremo in futuro dopo aver preso l'abitudine di lavarci più spesso. Abitudine... vi dice niente?!
Il che è positivo, non fraintendeteci, però indubbiamente tutto questo consumo porterà ancora più plastica nei nostri mari e tutti i "sacrifici" fatti sino ad ora verranno ridimensionati. Per questo vi vogliamo dare dei consigli, che sono applicabili sia in viaggio che a casa, spiegandovi anche il perché secondo noi dovremmo optare per tali scelte.
Per quanto riguarda i viaggiatori come noi vi consigliamo da ora in avanti di tenere sempre nel vostro zaino o trolley una saponetta, perché così facendo sarà possibile evitare di utilizzare plastica e in più ci farà risparmiare anche dei soldi.
Il motivo per cui si risparmia plastica è facilmente comprensibile, anche se, per essere precisi e scrupolosi, prediligete quelle saponette che sono prive di plastica anche nel pacchetto. Perché molte hanno intorno l'involucro di plastica e queste dopo averle aperte diventano subito un rifiuto, perciò state attenti anche a questo. Ce ne sono molte nelle classiche scatolette di carta, comprate quelle.
Noi per esempio usiamo quella della "Spuma di Sciampagna", acquistabile in tutti i negozi che vendono prodotti da bagno.
Dal punto di vista economico invece sono utili perché con una saponetta potrete effettuare molti più lavaggi e quindi evitare di comprare altri detergenti. In più, e questa è una chicca, per chi viaggia soprattutto come backpacker, è possibile lavare anche i vestiti con la stessa saponetta, infatti molte hanno la possibilità di essere utilizzate sia sul corpo che sugli indumenti, andando così a risparmiare i soldi spesi in una lavanderia. Oltretutto occupa anche pochissimo spazio nel bagaglio e non ha restrizioni per i controlli negli aeroporti a differenza dei liquidi che non devono superare i 100 ml.
Molte le trovate anche in omaggio negli hotel, insieme a bagno schiuma e shampoo in bottigliette di plastica, certo non sono di grande qualità ma comunque meglio di niente.  
Per l'uso in casa ve lo consigliamo all'incirca per gli stessi motivi (meno uso di plastica e risparmio di euro), in più però vi vogliamo anche sfatare un "falso mito", o meglio: sappiamo che molti obiettano sull'uso della saponetta perché questa fa rimanere la pelle secca senza neanche farla profumare abbondantemente. In parte è vero, ma dipende molto da quale acquistate.
Se in viaggio l'aspetto prestazionale non è fondamentale in casa la cosa cambia, ed è pure giusto; Così vi possiamo consigliare quello che noi abbiamo provato, senza mentirvi.
In viaggio abbiamo usato il sapone di Marsiglia, perché da la possibilità di lavare con efficacia sia corpo che vestiti, però è innegabile che lascia la pelle un pò secca e quindi, una volta tornati a casa ci siamo messi a cercare un alternativa da utilizzare nella routine quotidiana. Come precedentemente detto ci siamo trovati molto bene con la saponetta Spuma di Sciampagna, che lascia invece la pelle morbida e profumata, in più è priva da ogni confezione di plastica. Ripetiamo, questo è solamente il nostro parere, ce ne saranno tante altrettanto valide.
Ultima cosa, ma non per importanza, molte saponette sono completamente naturali e quindi non danno problemi di allergia. Addirittura alcune possono essere utilizzate anche nei ruscelli o fiumi perché prive di sostanze chimiche. Ma per questo, nel remoto caso in cui vorreste provare a lavarvi in un fiume, informatevi bene su quello che state per adoperare, NON tutte vanno bene.
Speriamo di avervi incuriosito e stimolato a sperimentare un nuovo modo di lavarvi, più economico e meno inquinante.
Possiamo cambiare le cose, possiamo acquisire nuove abitudini, basta solo iniziare.


"Anche un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo" 
- Laozi
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

sabato 11 aprile 2020

INCONTRI: "PLASTIC FREE"

Per contrastare e combattere attivamente questo enorme problema riteniamo sia fondamentale creare collaborazione e informazione, ovviamente di qualità per contenuti e modi, mettendo quindi a disposizione di tutti le proprie conoscenze. Abbiamo così deciso di fare due chiacchiere con una delle associazioni ,che trattano dell'inquinamento da plastica, più attive in Italia. Abbiamo  avuto il piacere di intervistare per la nostra rubrica "Incontri" l'associazione "Plastic Free Odv Onlus", che essendo molto attiva sui social ma in generale sul web, contribuisce a sviluppare una grande campagna di informazione; che anche noi di Viaggio Senza Plastica abbiamo più volte consultato e utilizzato per arricchire le nostre conoscenze.

(Se volete prendere ulteriori spunti per iniziare ad informarvi potete leggere il nostro post: https://viaggiosenzaplastica.blogspot.com/2020/04/grazie-youtube.html)

Il tema principale trattato nell'intervista è stato, ovviamente, l'inquinamento dovuto all'uso incontrollato e irrazionale della plastica, in special modo quella monouso che si sa essere il più grande e urgente problema. 

Questo è quello di cui abbiamo parlato: 

- Comincio con il dirvi che è un grande piacere potervi intervistare, entrambe le nostre pagine nascono con lo stesso obiettivo, quello di sensibilizzare la gente, mettendola a conoscenza con maggiore costanza e precisione, dell'enorme danno che l'inquinamento da plastica sta portando al nostro ecosistema e alla nostra vita. Vogliamo dunque sapere come nasce l'idea di creare la pagina e il progetto "Plastic Free"? C'è stato un evento che ha innescato la scintilla?

È da sempre stata una tematica alla quale l’attuale presidente Luca De Gaetano ha prestato molta attenzione. L’idea e l’iniziativa nasce da lui a Marzo 2019, visto il crescente problema, decise nel suo piccolo di dover fare qualcosa. Esattamente un anno fa, aprile 2019, nasce la prima pagina Facebook e con l’aumento della risposta e la crescita delle persone interessate all’argomento a Luglio 2019 prende forma l’associazione Plastic Free Odv Onlus.

 - Dopo il tempo trascorso lavorando su questo argomento avete notato dei cambiamenti nelle persone? Vi sembrano più attente al consumo della plastica o no? 

La sensibilizzazione fatta attraverso il web ci ha permesso di raggiungere in pochi mesi oltre 90 milioni di utenti e durante le nostre pubblicazioni ci è capitato di fare sondaggi e dobbiamo ammettere che la risposta è stata sorprendente: nel proprio piccolo chiunque aveva iniziato a fare qualcosa o ad eliminare dalla propria routine un po’ di plastica

- Stiamo di recente vivendo un periodo al limite del fantascientifico catastrofico, tra pandemie globali, cambiamenti climatici, pazzi sconsiderati ai governi e madre natura sul piede di guerra, ma per voi quindi parlare di inquinamento ad oggi è un argomento che può realmente entrare nella testa della gente o no? siamo pronti come razza ad affrontare questo tema o è un "privilegio" per pochi?

Nonostante la pandemia del coronavirus, le persone sono pronte alla tematica. Basti pensare il movimento creato da Greta o più vicino al periodo attuale i nostri ultimi post sull’inquinamento dovuto da guanti e mascherine monouso ha creato una forte risposta sul web, oltre 6 milioni di persone.

 - Riusciremo a far capire alle nuove generazioni il grave problema?

Le nuove generazioni si stanno schierando in prima linea grazie alla loro vicinanza ai social networks. Noi come associazione abbiamo un programma dedicato a partire da Ottobre 2020: l’obiettivo è di portare la sensibilizzazione all’interno delle scuole.

- Abbiamo notato, anche grazie a dei vostri post, che se da una parte stiamo più attenti all'igiene personale e alla prevenzione, ci sono ancora tante persone che buttano al suolo mascherine e guanti, come pensate si possa risolvere il problema? 

Una prima soluzione potrebbe essere quella di aumentare il numero di secchi della spazzatura e la loro sicurezza. Spesso le persone preferiscono buttare a terra anziché fare 50 metri per andare verso il secchio della spazzatura, altre volte invece la poca sicurezza di questi secchi lascia al vento la possibilità di inquinare.

- Secondo voi lo Stato italiano cosa può fare per cercare di ridurre l'inquinamento dai materiali plastici? avete qualche suggerimento da dare alla luce delle vostre indagini e ricerche?

Bandire da subito tutto il monouso e sponsorizzare campagne di sensibilizzazione, non lasciando l’intero compito alle sole associazioni.

 - Prima di salutarvi vorremmo farvi un’ultima domanda, o meglio, chiedervi un appello: che vi sentite di dire alle persone che leggeranno questa intervista? avete consigli, richieste o dritte da dare?

Il primo consiglio in assoluto è analizzare il proprio consumo di plastica per capire cosa è possibile eliminare da subito. 
Dalle nostre analisi, le azioni che si possono fare da subito sono:
-     - Installare un depuratore a osmosi nella propria abitazione, questo equivale a centinaia di bottiglie di plastica risparmiate.
-     - Acquistare dei sacchetti della spesa in cotone evitando così quelle in plastica quando si va a fare compere.
-     - Acquistare una borraccia, così da evitare l’acquisto di bottigliette di plastica quando si sta in giro.

Il secondo consiglio, invece, è quello da applicare durante la propria spesa o il proprio shopping, dove è meglio scegliere:
-     - Marchi che hanno packaging alternativi alla plastica
-     - Indumenti 100% cotone, così da risparmiare le tante micro plastiche disperse durante i lavaggi in lavatrice
-    - Frutta e verdura non imballata.
   Il terzo consiglio è diffondere queste nozioni. Più persone saranno sensibilizzate, maggiore prevenzione all’utilizzo errato della plastica ci sarà.


 Vogliamo nuovamente ringraziare l'associazione "Plastic Free Odv Onlus" (https://www.plasticfreeonlus.it/) perché crediamo che il confronto sia fondamentale per fra crescere idee, pensieri e conoscenza. Nulla possiamo comprendere senza la reale conoscenza del problema e confrontarsi con chi "è in campo" da tempo è un occasione importante per tutti.


Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica