lunedì 29 giugno 2020

INCONTRI: LE ULTIME SCOPERTE SULLE MICROPLASTICHE, L'OCEANOGRAFA JENNIFER BRANDON SI RACCONTA

Sono sempre di più gli studi che stanno portando alla luce i danni che la microplastica sta causando all'uomo e all'ecosistema. Se per molto tempo si è parlato "solamente" di plastica come elemento generico, siamo arrivati oggi ha capire che il problema dell'inquinamento ha molte facce diverse. Infatti i veri danni li stanno facendo dei minuscoli pezzetti di plastica che soffocano gli oceani, uccidono gli animali, danneggiano e uccideranno l'uomo.
Abbiamo così deciso di intervistare un importante ricercatrice, Jennifer Brandon, che ha fatto del problema della microplastica l'oggetto principale dei suoi studi. 



La dottoressa Brandon, biologa e oceanografa, ha sviluppato nel corso degli anni molti studi sull'inquinamento da plastica negli oceani e da tempo si adopera nella divulgazione scientifica e nella sensibilizzazione delle persone. Le testimonianze di un ricercatore possono essere una pietra miliare per evolvere e accrescere le possibilità di riparare al danno che abbiamo creato al nostro pianeta. 
Ne abbiamo parlato con lei e questo è ciò che ci ha detto: 


- Salve dottoressa Brandon, per noi è un grande onore poterla intervistare. Di cosa si sta occupando in questo periodo? Sta effettuando nuove ricerche?

Durante questo periodo, sto lavorando ad alcune nuove ricerche, ma siamo anche nella fase di sviluppo di alcuni progetti per cercare di rendere il modo in cui campioniamo e identifichiamo la plastica nell'oceano molto più velocemente. In questo momento, gli scienziati devono prendere una rete, raccogliere la plastica, filtrare l'acqua, riportarla in laboratorio e analizzarla pezzo per pezzo. È un processo molto lungo. Stiamo cercando di creare modi per eseguire alcune di queste analisi in mare, in modo da poter analizzare sempre più campioni molto più velocemente.


-  Lei è una famosa oceanografa e ha studiato l'inquinamento e i danni che le microplastiche stanno causando all'ambiente. Ci sono novità sull'argomento? E' stato scoperto qualcosa di nuovo?

Sono state fatte tante ricerche sulle microplastiche, il che è incredibile. Perché quando ho iniziato, c'erano pochissimi di noi che ci lavoravano, e ora ci sono sempre nuovi documenti. La nuova ricerca più preoccupante, per me, è il lavoro che mostra microplastiche nella nostra acqua potabile, acqua in bottiglia, sale marino, birra, frutti di mare e ora anche in alcune delle nostre verdure. È tutto intorno a noi, anche nell'aria che respiriamo! Viaggia nel vento, verso luoghi incontaminati come i parchi nazionali, il che è molto preoccupante. I parchi nazionali sono alcuni degli ultimi luoghi "non inquinati" sulla terra, eppure vengono rivestiti ogni giorno da microplastiche.




- Anche grazie al suo studio sulle Salpe si è sempre più capito che le microplastiche sono diventate, purtroppo, parte della nostra dieta quotidiana, portando quindi danni anche all'essere umano. Ma sull'uomo che effetti ha l'ingerimento, nel tempo, di materiali plastici?

Gli effetti a lungo termine dell'ingestione di microplastica sono ancora allo studio, non sappiamo con precisione quali effetti avrà su di noi. Ma conosciamo alcuni dei prodotti chimici della plastica, come il BPA, che può influenzare il nostro sistema endocrino e causare danni ai reni. Abbiamo visto tumori al fegato dei pesci per ingestione di plastica. Quindi c'è un potenziale per molti effetti collaterali negativi dall'ingestione di plastica, ma la ricerca è troppo nuova per dirlo con certezza.
Per saperne di più clicca (QUI)


- Purtroppo in tutto il mondo si sta vivendo questa pandemia da coronavirus e ognuno di noi ha fatto riflessioni e pensieri. Ma dalla sua esperienza, pensa possa esserci una relazione tra coronavirus e plastica? O meglio, i due hanno modo di relazionarsi e "potenziare" i loro effetti?

Penso che, sfortunatamente, il coronavirus stia riportando un ondata di plastica monouso. Le persone usano maschere e guanti usa e getta sia a casa che in negozio, mentre prima erano utilizzati prevalentemente in contesti medici e scientifici, in più non vengono smaltiti correttamente. Li stiamo già trovando, in numeri record, durante le pulizie di spiagge e sott'acqua. I negozi stanno temporaneamente sospendendo l'uso di borse e bicchieri riutilizzabili. E' una vera tragedia per tutto il duro lavoro messo la bando di alcuni di questi articoli. Addirittura alcune prove mostrano che il virus dura più a lungo sulla plastica rispetto alla maggior parte delle superfici.




- Qual è stata la motivazione che l'ha spinta ha diventare un oceanografa e poi a studiare le microplastiche?

Stavo studiando per diventare medico al college, ma alcune delle mie lezioni di ecologia hanno davvero attirato la mia attenzione: ero affascinata dall'idea che tutto ciò che diffondiamo nel mondo attraverso l'inquinamento ritorni in giro ed influisca sulla salute umana. Quando ho letto delle microplastiche, in uno dei primi articoli scritti al riguardo, non riuscivo a credere che tutta questa spazzatura fosse finita nel mezzo dell'Oceano Pacifico. Quindi ho deciso di studiare per cercare di risolvere il problema.


- Lei crede che si siano fatti dei passi avanti concreti per ridurre la plastica o no? E la scienza può, secondo lei, aiutare a combattere questo problema?

Penso che siano stati fatti dei passi avanti concreti per vietare determinati prodotti e cambiare il comportamento dei consumatori attraverso l'istruzione. Penso però che occorra fare di più per ridurre la quantità di plastica che entra nell'oceano attraverso una migliore infrastruttura, un migliore riciclaggio e materiali nuovi e migliori. Si, la scienza e l'ingegneria sono il futuro della soluzione di questo problema e ho visto tanta innovazione in questo campo negli otto anni in cui ci ho lavorato.



- La lasciamo alle sue ricerche con la speranza che possa continuare ad aiutarci a scoprire di più su queste microplastiche. Però le vogliamo chiedere un ultima cosa: ha un appello da fare o qualche consiglio da dare a chi leggerà questa sua intervista?

L'inquinamento da plastica è veramente uno dei problemi ambientali in cui ogni individuo può fare una differenza enorme. Le tue abitudini di acquisto, dove scegli di fare acquisti, come smaltire i rifiuti, partecipare alle pulizie delle spiagge, aiutare a vietare gli articoli monouso nella tua città, ecc. Tutti i grandi processi di cambiamento che ho visto fare, in merito alla plastica, sono venuti dalla base, dalla comunità. Tutti noi abbiamo una grande voce per cambiare questo problema.


Ringraziamo la dottoressa Brandon per le importanti parole che ci ha lasciato e speriamo possa, insieme al suo team, scoprire cose nuove e soprattutto trovare soluzioni per aiutare tutti noi a risolvere il problema.

Ognuno può fare qualcosa! 
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica  

lunedì 22 giugno 2020

NEWS: IL MINISTERO DELL'AMBIENTE PROPONE UNA GARA EUROPEA PER IL SERVIZIO ANTINQUINAMENTO

E' di pochi giorni fa la notizia che è stato pubblicato, sulla Gazzetta europea, il bando di una gara per il servizio antinquinamento. Sul sito del Ministero dell'Ambiente è riportato che:

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta europea il bando per la nuova gara europea per l’affidamento del servizio antinquinamento marino attraverso il noleggio di unità navali specializzate nel contenimento e recupero di idrocarburi, di sostanze da questi derivati e di olii minerali nelle acque del mare territoriale, lungo il perimetro costiero nazionale. Innovazione voluta dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa è che il servizio antinquinamento marino, unitamente alle tradizionali forme di contrasto da idrocarburi, dovrà dedicarsi anche alla raccolta di rifiuti marini galleggianti e in particolare della plastica, sia nelle aree marine protette che nelle aree antistanti le foci dei principali fiumi.
Nel periodo di durata del nuovo contratto (due anni) verranno così tracciati la presenza, la quantità e la qualità dei rifiuti marini galleggianti e della plastica raccolti in mare dalla flotta antinquinamento marino del ministero dell’Ambiente, al fine di valutare iniziative di contrasto del fenomeno della plastica in mare in linea con gli impegni internazionali assunti dal nostro Paese (convenzione di Barcellona, strategia marina ecc.).


#30BY30, L'ITALIA ADERISCE AL PROGETTO PER TUTELARE I MARI E GLI OCEANI, leggi l'articolo cliccando (QUI)




Il ministro Sergio Costa commenta così questa iniziativa:

"Un ulteriore passo nella battaglia globale contro la plastica in mare, che mi sta a cuore sin dal mio insediamento. Anche così diamo attuazione alle direttive Ue che, insieme alla Salvamare e al #plasticfreechallenge, sono dei tasselli fondamentali di un unico mosaico. La plastica è una grave minaccia per l’ecosistema marino e, visto che il nostro Paese è per due terzi bagnato dal mare, sarà importantissimo raccoglierla insieme agli altri rifiuti galleggianti grazie alla flotta antinquinamento del ministero".
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

martedì 16 giugno 2020

DICIAMO SI ALLA PLASTICA!?

Premessa: in questa riflessione non troverete delle risposte, ma solo domande, domande sul noi e sul nostro modo di comportarci. Ci stiamo chiedendo il perché l'essere umano si comporta in un certo modo, ma purtroppo ancora non ci siamo riusciti a dare una spiegazione. Quindi, caro lettore, se non ti senti pronto a metterti in discussione non continuare a leggere.

L'essere umano è un essere vivente incredibile, capace di tutto e di niente, capace di costruire con amore e distruggere con disprezzo, coerente e incoerente negli stessi atteggiamenti. Che incredibile creatura! L'essere umano, soprattutto quello più moderno, ha cambiato modo di interpretare il proprio essere e il proprio volere
Notiamo spesso la difficoltà delle persone nel fare una scelta, di prendere una decisione, anche la più banale. Ci accorgiamo che il grosso dilemma è: "faccio questo perché è la cosa "giusta"? o faccio questo perché è quello che voglio?"
Ora ognuno di voi ci dirà: "faccio questo perché è quello che voglio!"; ma siete sicuri di essere sinceri? ma non con noi, con voi stessi. Siete sicuri che non avreste fatto la "scelta più giusta"?



Attenzione, non stiamo dicendo che fare la scelta "giusta" sia sbagliato, perché ovviamente dipende da moti fattori, ci riferiamo al fatto di soffocare sempre la nostra felicità nel momento in cui c'è possibilità di scelta.

Vi diciamo questo perché ci siamo accorti che il giudizio delle persone che ci circondano ci condiziona talmente tanto, da ritenere una scelta "giusta" solo se è condivisa anche dagli altri, soffocando quello che è il nostro reale desiderio. Sono veramente poche le persone che riescono a mettere se stessi e i propri desideri davanti il giudizio, spesso universale e insindacabile, di un altra persona. La maggior parte della gente tenta di fare la scelta più giusta per sentirsi approvata dagli altri, ritrovandosi alla fine con qualche "bravo" ma con tanta insoddisfazione, o peggio ancora, finta felicità.


" E se la vera libertà non fosse il fare sempre ciò che si vuole ma riuscire a non farsi condizionare dal giudizio altrui? "
- F.F.

So che vi starete chiedendo cosa centra questo ragionamento "filosofico" con l'inquinamento da plastica e so che molti avranno già tolto perché ci reputano degli sconclusionati. Però, a voi che siete arrivati fin qui, vi vogliamo fare i complimenti, ora vi spiegheremo.



IL CAMBIAMENTO PER UN MONDO SENZA PLASTICA: scoprilo cliccando (QUI)



Partendo proprio da questo assurdo complesso che si fa la mente umana, ci chiediamo come sia possibile che si tenda invece a invertire il modo di comportarsi quando si tratta di tutela dell'ambiente.
Perché nei confronti dell'inquinamento da plastica non si fa la scelta più giusta prediligendo invece quella prettamente personale? perché decidiamo di mettere la nostra "comodità" davanti invece di pensare a fare la cosa più giusta? Perché ci condiziona così tanto il sentirsi dare "dell'ambientalista", come se poi fosse un insulto, nel momento in cui decidiamo di non comprare una cosa che contiene della plastica inutile?




NON SOLO IL CORONAVIRUS, ANCHE LA PLASTICA METTE A RISCHIO LA VITA DELL'UOMO, scopri come cliccando (QUI)


Crediamo sia giusto, ma non perché lo diciamo noi, iniziare a riflettere su quanto una nostra scelta possa influire sull'intero ecosistema. Perché ciò che è giusto fare va fatto! Ma il "giusto" dovete essere voi a deciderlo e, per il bene reale di tutti, bisogna considerarci la tutela dell'ambiente.
Ci dispiace non riuscire a dare una risposta concreta, abbiamo solo supposizioni, ma niente che ci convinca realmente sul perché la mente umana si comporti così. Speriamo di essere riusciti a spiegare il più chiaramente possibile una riflessione che però semplice da spiegare non è.

Se avete delle risposte da darci saremmo più che felici di starvi ad ascoltare. La crescita è un processo collettivo.
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

NEWS: #30BY30, L'ITALIA, DURANTE IL WORLD OCEAN DAY, ADERISCE AL PROGETTO PER TUTELARE I MARI E GLI OCEANI

Nella Giornata mondiale degli Oceani (#WorldOceanDay), l’Italia ha annunciato l’adesione a #30by30, iniziativa lanciata dal Regno Unito per arrivare a proteggere entro il 2030 almeno il 30% dei mari e degli oceani in tutto il mondo. Obiettivo è la creazione di una rete di Aree Marine Protette che contribuisca a tutelare la salute dei mari, a preservare le popolazioni ittiche e la biodiversità, nonché a contrastare i cambiamenti climatici.

L'ITALIA PRENDE POSIZIONI BEN CHIARE

Gli oceani non sono solo degli specchi d'acqua immensi con dentro dei pesci, sono l'elemento, l'entità che rende possibile la vita sulla terra.
Per fortuna notiamo una maggiore attenzione, da parte degli stati, alla tutela dei meri e degli oceani. Almeno sulla carta è cosi. Questo non può che portare dei benefici all'intero movimento che da anni si batte per salvare l'ecosistema, perché vedere che anche lo stato è attivo su questo fronte porta ad una riduzione drastica alla causa del problema. E' si vero che la singola persona ha una grande responsabilità e potere, ma la differenza maggiore la fanno le regole e i processi nazionali.

L'Italia, in particolar modo, sembra molto sensibile alla protezione dei suoi mari, infatti pochi mesi fa ha anche aderito al patto europeo sulla plastica "European Plastic Pact": patto che ha l'obiettivo di riunire governi e imprese che si pongono, come primario obiettivo, la ricerca di misure all'avanguardia per la gestione della plastica.

Per sapere di più sull' European Plastic Pact potete cliccare (QUI), dove ne parliamo più approfonditamente.




LA PLASTICA AL CENTRO DELL'ATTENZIONE 

Ovviamente la prima cosa a cui pensiamo, quando parliamo di protezione degli oceani, è senza dubbio l'inquinamento da plastica. Ne parlano in molti e tanti sono attivi sul territorio per trovare soluzioni e strategie per ridurre l'uso frenetico di plastica. Questo ha portato negli anni una maggiore consapevolezza del danno che stiamo recando all'intero ecosistema e per fortuna anche molte aziende si stanno adattando a questa crisi. Nascono materiali nuovi, biodegradabili, compostabili e riutilizzabili. Stiamo facendo dei bei passi avanti e non dobbiamo assolutamente fermarci.

Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

giovedì 11 giugno 2020

COSA SONO LE MICRO-PLASTICHE, CARATTERISTICHE E DANNI ALL'AMBIENTE E SULL'UOMO

Sono anni che si parla dell'inquinamento da plastica che sta soffocando gli oceani e il nostro pianeta, ma solo recentemente ci si è soffermati sui danni che la microplastica sta causando.
Infatti si parla molto della plastica in se, ma raramente ci si sofferma a parlare di microplastiche. Per questo abbiamo deciso di parlarvene e spiegarvi, nel modo più semplice possibile, di cosa si tratta e dei danni che fa all'ambiente e all'uomo.

  Si, la microplastica causa danni anche all'uomo e la maggior parte di noi non lo sa!

Nell'immaginario collettivo, quando si parla dell'inquinamento della plastica negli oceani, si pensa ad un balena che inghiotte sacchi di plastica enormi, tartarughe e foche con al collo confezioni di plastica di birra e delfini con lo stomaco pieno di tonnellate di rifiuti di ogni forma e dimensione. Ma purtroppo non è solo questo, purtroppo sono tantissimi gli animali vittime della plastica e la maggior parte di loro non muore per i grossi pezzi, tutt'altro, muore per dei pezzetti piccolissimi definiti microplastiche.





MICROPLASTICHE: COSA SONO?

Le microplastiche sono, come facilmente intuibile dal nome stesso, dei pezzi di plastica estremamente piccoli, della misura di meno di un millimetro, presenti praticamente in ogni parte del mondo. La quantità maggiore è ovviamente presente negli oceani, ma recentemente sono state ritrovante anche nei ghiacciaia montani e in boschi e foreste. Questo ci fa capire quanto sono diffuse e in che quantità.

Esse vengono suddivise in due categorie principali in base alla loro dimensione e origine:

Microplastiche primarie: sono rilasciate direttamente nell'ambiente, soprattutto dal lavaggio degli indumenti sintetici e dai prodotti di cosmesi, tipo scrub e dentifrici. I capi d'abbigliamento sintetici, quando vengono lavati, rilasciano microplastiche che i filtri non sono in grado di bloccare, così arrivano diretti al mare. Considerate che, in media, un tessuto sintetico perde 1,7 grammi di microfibre ad ogni lavaggio e con il tempo questa quantità raddoppia. Fatevi ora voi due conti e capirete di che quantità parliamo.

Microplastiche secondarie: vengono a crearsi dalla degradazione di oggetti in plastica più grandi già presenti nell'ambiente. Si stima che il 70-80% della microplastica presente derivi da questo sviluppo.





VALORI: MOLTA PIU' MICROPLASTICA DEL PREVISTO

Secondo uno studio condotto dal Scripps Istitution of Oceanography di San Diego, le microplastiche presenti in natura sarebbero molte di più del previsto. Si stima infatti che siano 5/ 7 volte superiori di quanto si era precedentemente calcolato, tanto da raggiungere gli 8,3 milioni di unità per metro cubo.
(Focus.it)


COSA E' LA PLASTICA? scoprilo cliccando (QUI)



PROBLEMI SULL'AMBIENTE E SUGLI ANIMALI

Il vero problema dei materiali plastici è la poca, se non nulla, biodegradabilità; ciò significa che non può semplicemente sparire. La microplastica si deposita ovunque ed è praticamente, per il momento, impossibile da raccogliere. 

Ha effetti dannosi sulle specie vegetali marine, perché ne altera il normale sviluppo andando ad ostacolare la penetrazione delle sostanze nutritive. Tant'è si suppone che sia responsabile, in parte, anche dello sbiancamento dei coralli e quindi al deterioramento e alla morte delle delicatissime barriere coralline.




Sui pesci invece i danni sono "meno visibili" ad occhio nudo, ma rimangono molto molto gravi. Infatti le microplastiche distruggono il corpo dei pesci danneggiandone gli apparati respiratori e i sistemi riproduttivi. I pesci esposti ad alti livelli di microplastiche nell'acqua mostrano aneurismi, membrane fuse e aumento della produzione di muco nelle branchie, nonché cambiamenti significativi delle cellule epiteliali che rivestono le branchie. I cambiamenti che avvengono nei loro corpi sono molto gravi. Inoltre aumenta anche la produzione di uova, segno che i prodotti chimici che vi sono contenuti potrebbero agire come interferenti endocrini.

Ma i danni che queste maledette microplastiche causano sono molti di più di quanto ci si potesse anche solo lontanamente immaginare. Infatti è stato scoperto, da recenti studi, che a pagarne le conseguenze sono anche i vermi ed altri invertebrati. Si avete capito bene, vermi e altri invertebrati. Essi sono fondamentali per il ricircolo di sostanze nutrienti e ossigeno per il terreno, nonché anche cibo per molte specie animali. Quindi è facilmente comprensibile come il danno non sia solo in mare, ma anche sulla terra ferma e addirittura nel sottosuolo. Sono stati addirittura ritrovati frammenti di microplastiche a svariati metri sotto terra, dove risiedono rocce e reperti vari di tanti tanti anni fa.  





LE PAROLE DELLA DOTTORESSA JENNIFER BRANDON


Jennifer Brandon, famosa oceanografa, afferma: " Il problema della plastica è che rimane chimicamente plastica, non torna nell'ecosistema. La maggior parte di essa è così resistente che né i microbi del terreno, né l'acqua possono romperne i legami chimici".

La dottoressa ha analizzato campioni di acqua di mare e salpe (sono invertebrati gelatinosi che si nutrono di fitoplancton filtrato dall'acqua che pompano per muoversi) e ha scoperto che il loro stomaco era un ricettacolo di microplastiche: delle 100 salpe analizzate, il 100% aveva microplastiche nello stomaco.

"E' un risultato sorprendente!" afferma l'oceanografa. "Ero convinta che in alcune non avremmo trovato plastica, poiché il loro stomaco si ripulisce piuttosto velocemente". Tutto questo ha ripercussioni anche sull'essere umano: nonostante noi non ci nutriamo direttamente di salpe, esse sono alla base della catena alimentare; se un pesce mangia una salpa, e noi mangiamo quel pesce, la microplastica finisce indirettamente anche nel nostro stomaco.


DANNI SULL'UOMO

In tutta questa brutta storia l'uomo non ne è esente, anzi, tutt'altro. Oltre ad essere artefice di tutto questo inquinamento da plastica ne è anche una vittima lui stesso.
E' infatti risaputo che i frammenti di plastica hanno già contaminato la catena alimentare, tanto che si stima che il 20% di tutto il pesce pescato presenti microplastiche; percentuale che tende anche a salire al 70% in alcune aree del mondo.
Alcune ricerche nel mare del nord hanno scovato un elevatissima contaminazione fra le specie di pesce di maggior consumo umano. Di conseguenza, è facile capire, che  questi frammenti entrano nell'organismo umano con effetti molto dannosi. Si stima addirittura che ogni essere umano ingerisca, ogni settimana, 5 grammi di microplastica.

Tant'è che sono state trovate tracce di microplastiche anche nelle feci umane.
E' stata infatti accertata la presenza di microplastica in campioni di escrementi umani provenienti da diversi paesi del mondo. Uno studio recentemente presentato allo United European Gastroenterology, il più grande convegno di gastroenterologia in Europa, ha confermato che le tracce di plastica possono accumularsi nell'organismo umano attraverso il cibo e l'acqua ingeriti. Queste particelle di plastica, a contatto con l'apparato gastrointestinale, potrebbero determinare una risposta immunitaria anomala o facilitare addirittura la trasmissione di sostanze tossiche o patogeni.






LE PROVE

I ricercatori della Medical University di Vienna hanno monitorato dieta e abitudini di un ristretto gruppo di partecipanti di diversi paesi: Italia, Finlandia, Giappone, Olanda, Polonia, Russia, Austria e Regno Unito. Nella settimana precedente la raccolta dei campioni, i partecipanti hanno tenuto un diario alimentare: nessuno era vegetariano, tutti hanno consumato pesce e tutti sono venuti a contatto con la plastica usata per contenere i cibi.

RISULTATI: tutti i campioni di feci sono risultati positivi alla presenza di fino a nove tipi diversi di microplastiche. I due residui più comuni sono stati quelli di PP (polipropilene, usato nei tappi delle bottiglie e nelle capsule del caffè) e di PET (Polietilene tereftalato, tipico delle bottiglie d'acqua e di tantissimi altri contenitori per cibo e bevande). In media sono stati trovati 20 frammenti ogni 10 grammi di escrementi.


LA PLASTICA CREA SQUILIBRI ANCHE AL SISTEMA ORMONALE

Purtroppo si, come se non bastasse la plastica crea anche degli squilibri al sistema ormonale umano. Una volta ingerite le particelle di plastica, è possibile che queste rilascino nell'organismo delle sostanze molto dannose. Entrambi i sessi ne sono vittime, ma i danni maggiori vengono riscontrati nelle fasi ovviamente più sensibili come la gravidanza. Infatti, durante la gestazione, la donna trasmette al feto questi elementi che possono intaccare il sistema riproduttivo e il cervello del nascituro, provocando danni permanenti. Ad essere assimilate sono soprattutto la diossina, il PCB (policarbonatoplastico) ed il PVC (Polivinilepolidrato).
E'  stato osservato, che nei bambini maschi nati da madri nelle quali si registravano alti livelli di questi elementi, alcuni caratteri sessuali apparivano alterati. Gli studi epidemiologici dimostrano un eccessivo sviluppo del seno, una maggiore frequenza di casi di obesità ed asma ed alcune disfunzioni immunitarie. 


              LA NOSTRA GUIDA PER VIAGGIARE SENZA PLASTICA, clicca (QUI)


Questo è quello che si sa al momento su ciò che sono le microplastiche e sui danni che creano all'ambiente e all'uomo. Sicuramente, avendo letto studi e scoperte recenti, si sa ancora poco di questo tipo di inquinamento, o meglio, è sottovalutato e poco diffuso dall'informazione. Tanti sono i danni che sta causando e tante dovranno essere le soluzioni per risolverli. Speriamo che stati e governi diano la giusta priorità ad un problema che sta distruggendo il mondo, ma nel frattempo, diamo noi il segnale di un cambiamento.

Usiamo meno plastica! Viviamo, viaggiamo con un occhio all'ambiente. 
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

mercoledì 10 giugno 2020

I DIECI FIUMI PIU' INQUINATI AL MONDO SONO RESPONSABILI DELL'80% DELLA PLASTICA NEGLI OCEANI

I nostri oceani sono sempre più pieni di plastica e l'inquinamento che questa crea sta devastando l'intero ecosistema. Siamo tutti in pericolo, tutti, nessuno escluso. 
Possiamo trovare rifiuti plastici praticamente ovunque, in superficie, nel sottosuolo, all'interno degli animali, nelle profondità marine, nei ghiacciai... ovunque! 
Ogni anno vengono buttate in mare circa 8 milioni di tonnellate di plastica.



Ma ci siamo mai chiesti come fa tutta questa plastica a finire in mare?

So che molti, purtroppo, pensano che la plastica negli oceani sia solo quella buttata dalle navi, come se fosse impossibile che una bottiglia buttata in città raggiunga il mare. Ma non c'è niente di più sbagliato! Anzi, a noi sembra una banalissima illusione che queste persone si danno, mentendo anche un pò a se stessi, per non prendersi le responsabilità delle proprie azioni. Perché, cari signori, la plastica che non riciclate e che buttate in strada può raggiungere il mare. Si, la vostra busta di plastica buttata per strada in città può uccidere una balena.
Ovviamente ci potrebbero volere anni prima che succeda, ma se considerate che ogni pezzo di plastica creato nella storia, in una forma o nell'altra, è ancora presente nell'ecosistema, capirete che è una possibilità concreta. 

I rifiuti di plastica hanno molti modi per raggiungere il mare, vengono gettati direttamente dall'umo dalle navi e dalle coste, possono essere trasportati dagli elementi naturali come il vento, possono essere portati dagli animali, ma soprattutto e in gran parte, vengono scaricarti in mare dai fiumi. Infatti l'80% della plastica presente ad oggi negli oceani viene trasportata solamente da 10 fiumi in tutto il mondo. 

Questi vengono quindi considerati i 10 fiumi più inquinati al mondo:


I dieci fiumi più inquinati al mondo


LA PLASTICA AIUTA LA DIFFUSIONE DEL CORONAVIRUS, leggi (QUI)


L'Asia è uno dei continenti che genera più inquinamento e ciò è dovuto da più fattori, come la densità della popolazione, usanze culturali, scarsa capacità della gestione dei rifiuti e scarsa, se non mancante, sensibilizzazione e istruzione sui temi ambientali. Come già detto, questi 8 fiumi sono responsabili dell'80% di tutta la plastica presente negli oceani. Queste enormi quantità di rifiuti potrebbero essere, se pur con difficoltà, ridotte da iniziative serie e massicce in loco, purtroppo però molti di questi paesi sono del tutto inermi al momento e non si prevede, nel breve periodo, un cambiamento significativo.

Per i viaggiatori interessati a questo argomento è  molto semplice approfondire la ricerche. Infatti tutti questi fiumi attraversano più di un paese e sono in parte navigabili. Potrete organizzare un viaggio e documentare voi stessi la situazione,  anzi, vi invitiamo proprio a farlo. Così potrete capire e guardare con i vostri occhi la dimensione di questa tragedia, perché tutto questo inquinamento è a tutti gli effetti una tragedia per l'intero ecosistema. 

VIAGGIARE SENZA PLASTICA: GUIDA, CONSIGLI E IDEE, clicca (QUI)
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

lunedì 8 giugno 2020

GIORNATA MONDIALE DEGLI OCEANI: LA VITA DELL'OCEANO E' LA NOSTRA VITA!

Tutti noi viaggiatori, in un modo o nell'altro, siamo rimasti a guardare il mare, in una parte qualsiasi del mondo, e ci siamo messi a riflettere su quante meraviglie si celino li sotto. Ciò che spinge ogni viaggiatore a partire per terre lontane è la curiosità, la sete di conoscenza, l'attrazione per l'ignoto; così com'è ignoto l'oceano e i suoi abissi.
Credo tutti, almeno una volta, abbiamo avuto il desiderio di scoprire cosa c'è li sotto, di immergersi e vedere con i proprio occhi l'ignoto delle profondità marine, conoscere le sue creature, la sua natura e il suo paesaggio. 

Oggi, in occasione della giornata mondiale degli oceani, non vi faremo il solito "pippone" su quanta plastica c'è in mare e su quanto noi uomini siamo "stronzi" ad inquinarlo, tanto già lo sapete!

Vi vorremmo però far riflettere su quanta meraviglia l'oceano ci regala e quanto è importante per la vita del pianeta. Prenderemo spunto dalle lezioni che facciamo ai bambini e vi mostreremo, con semplicità, che è una risorsa da tutelare e preservare.


WORLD OCEANS DAY (Giornata Mondiale degli Oceani)


Il World Oceans Day è stato istituito nel 1992 a Rio De Janeiro, con l'obiettivo di dedicare una giornata al legame che c'è tra l'umanità e l'oceano. Un legame che va protetto partendo proprio dalla sensibilizzazione e dalla promozione di azioni che mirino a preservarlo. Il tema di quest’anno è “Together We Can Protect Our Home”, “Proteggiamo insieme la nostra casa”, con l’obiettivo di chiedere ai leader mondiali di proteggere il 30% dei mari entro il 2030.





UN TRAMONTO AL MARE: LEGGI, PENSA, AGISCI. Scoprilo cliccando (QUI)



L'IMPORTANZA DEGLI OCEANI PER IL PIANETA


Il ciclo dell'acqua parte dagli oceani. L'acqua che evapora cade a terra sotto forma di pioggia (non salata) e ritorna in mare tramite i fiumi. Questa è l'acqua che tutti noi beviamo, quindi è vita per ogni essere vivente.



Gli oceani sono giganteschi serbatoi di calore che assorbono l'energia irradiata dal sole per poi rilasciarla lentamente. Essi sono il più importante fattore di controllo, insieme agli alberi, del clima sulla terra. Rendono il pianeta vivibile.

Gli oceani sono il più grande polmone della terra, infatti producono metà dell'ossigeno che noi tutti respiriamo. Assorbono anidride carbonica e gas serra.


Forniscono all'uomo cibo e sostentamento dai tempi più antichi grazie alla pesca e ai prodotti ricavabili dalle sue risorse.

Questi sono solo i più semplici benefici e aiuti che l'oceano ci da. Pensiamo a quanto sarebbe brutto il mondo senza queste enormi distese blu, a quanti viaggi sarebbero stati diversi senza la meraviglia e la poesia dell'oceano. Rendiamo la sua tutela una priorità per tutti noi.

"Se gli oceani muoiono, moriamo anche  noi"

- Paul Watson
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

mercoledì 3 giugno 2020

NEWS: PIATTI E BICCHIERI DI PLASTICA ADDIO, NASCONO LE STOVIGLIE BIODEGRADABILI E COMPOSTABILI

Per fortuna sembra che alcune aziende abbiamo capito che per un futuro migliore c'è bisogno di un cambiamento. Si sta, piano piano, arrivando sempre di più a puntare su un economia circolare, dove l'uomo guadagna senza distruggere l'ambiente.
BioTable è una delle prime aziende italiane a immettere sul mercato delle stoviglie interamente biodegradabili; sono fatte in bioplastica, un materiale innovativo ricavato da parti non utilizzabili per la produzione alimentare della canna da zucchero e mais. L'impatto ambientale di questi oggetti è quasi nullo, infatti possono essere gettati nel secchio dell'umido senza essere lavati.


Un' altra straordinaria qualità che hanno queste stoviglie è la possibilità di essere, previa lavorazione, utilizzate come fertilizzante per le piante. Nell'ambiente non viene rilasciata nessuna sostanza tossica e dopo un pò di tempo spariscono senza lasciare traccia.  


COSA E' LA PLASTICA E QUANTI TIPI NE ESISTONO, scoprilo cliccando (QUI)



QUANDO LI USO?

Ora immaginate: carne alla brace tra amici, siete in tanti e ovviamente non avete a disposizione tutte quelle stoviglie in ceramica. Così vi affidate, giustamente, a piatti, bicchieri e posate usa e getta, in modo tale che quando questa abbuffata sarà finita basterà prendere e buttare tutto nel classico sacco nero della spazzatura. Che poi l'ultimo amico, sfigato, sarà costretto a buttare. Ma per un occhio attento, è facile capire quanto quel pranzo costi all'ambiente, perché tutti quei piatti di plastica non saranno riciclati, ma andranno a finire in  mezzo a tutta l'altra spazzatura e contribuiranno ad inquinare e a gravare su una situazione già parecchio compromessa.  La soluzione qua viene abbastanza semplice, se potete, evitate di acquistare i piatti e i bicchieri di plastica, utilizzate quelli biodegradabili.

Questo ovviamente è solo un esempio, perché sappiamo che molti di noi li usano praticamente sempre, quindi, se proprio non potete farne a meno, perché vi è troppo faticoso perdere 10 minuti a lavare i piatti di coccio almeno usate questi piatti biodegradabili. Ormai si trovano in giro e non ha veramente più senso non utilizzarli. Troviamo il giusto compromesso tra comodità nostra e rispetto per l'ambiente.
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

lunedì 1 giugno 2020

NEWS: NON SOLO IL CORONAVIRUS, ANCHE LA PLASTICA METTE A RISCHIO LA VITA DELL'UOMO! CREA SQUILIBRI AL SISTEMA ORMONALE

Purtroppo si, come se non bastasse la plastica crea anche degli squilibri al sistema ormonale umano. Una volta ingerite le particelle di plastica, è possibile che queste rilascino nell'organismo delle sostanze molto dannose. Entrambi i sessi ne sono vittime, ma i danni maggiori vengono riscontrati nelle fasi ovviamente più sensibili come la gravidanza. Infatti, durante la gestazione, la donna trasmette al feto questi elementi che possono intaccare il sistema riproduttivo e il cervello del nascituro, provocando danni permanentiAd essere assimilate sono soprattutto la diossina, il PCB (policarbonatoplastico) ed il PVC (Polivinilepolidrato).

E'  stato osservato, che nei bambini maschi nati da madri nelle quali si registravano alti livelli di questi elementi, alcuni caratteri sessuali apparivano alterati. Gli studi epidemiologici dimostrano un eccessivo sviluppo del seno, una maggiore frequenza di casi di obesità ed asma ed alcune disfunzioni immunitarie. 


QUANTO IL VIRUS PUO' VIVERE SULLA PLASTICA? PUO' INFETTARE? VE LO SPIEGHIAMO NOI, clicca (QUI)


Come detto in un precedente articolo, dove vi parliamo della relazione tra plastica e coronavirus, bisogna stare attenti alla plastica che si trova in giro. Questo perché il virus tende a vivere e ad infettare per molto tempo sui materiali plastici. Considerando che dal 3 Giugno saranno riaperte le regioni, facciamo molta attenzione, o rischiamo di far alzare nuovamente i contagi e costringere, il nostro "tanto amato" Premier Giuseppe Conte, a richiudere tutto. 

E li saranno seri problemi per tutti! 

FACCIAMO ATTENZIONE!
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica