lunedì 31 agosto 2020

IL COSI' DETTO "PRODOTTO ITTICO" E' PRIMA DI TUTTO UN ESSERE VIVENTE, RISPETTIAMO LUI PRIMA DI RISPETTARE NOI.

Ci siamo accorti di come si parli spesso, in relazione alla contaminazione da microplastica, di alimentazione, di salute dell'uomo e di questo e quel prodotto. Ovviamente al centro dell'attenzione ci sono tutti quei "prodotti" che ti offre il mare, quindi i così detti "prodotti ittici", perché sono quelli più soggetti a questo tipo di inquinamento.
Premetto, anche a noi piace il pesce, anche noi ne mangiamo e anche noi usufruiamo dei prodotti del mare. Quindi non stiamo facendo accuse, però crediamo sia giusto fare una riflessione:

Quando si parla di "prodotti ittici" si parla di esseri viventi, si parla di animali, si parla di creature che respirano, si nutrono, comunicano, provano emozioni e probabilmente, alcuni, amano. Mi sembra dunque brutto e poco rispettoso mettere al centro dell'attenzione l'animale come prodotto e non come essere vivente. La plastica che ingerisce e che poi finisce nei nostri piatti, prima ancora di far del male a noi, ha fatto male a lui. Perché sono stati fatti molti studi sui danni che la plastica causa agli animali che la mangiano e credo che non sia piacevole "vivere" con le branchie fuse tra di loro o con anomalie fisiche.




I danni che la microplastica causa agli animali, clicca (QUI) per scoprirli, ma stai attento, ciò che leggerai ti potrà sorprendere


Quindi forse è il caso, secondo noi, di provare a pensare prima alla salute degli animali marini, perché è logico, se loro stanno bene e non mangiano microplastica, indirettamente anche noi non la mangiamo e possiamo nutrirci di un "prodotto" più sano. Rispettare l'ambiente e la vita che rende questo pianeta unico equivale a rispettare e prendersi cura di noi stessi. E' importantissimo avere ben chiaro in mente, il fatto che al mondo qualsiasi cosa è interconnessa, nulla vive in totale isolamento, siamo tutti legati al tutto. 

Dobbiamo ripensare ad alcune nostre abitudini e attivare un processo di cambiamento, altrimenti siamo destinati all'estinzione e alla distruzione. Sembra catastrofico ma è così! Dobbiamo accettarlo! 
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

martedì 25 agosto 2020

LE BALENE NEL MEDITERRANEO SONO SEMPRE PIU' IN PERICOLO, MA NON SOLAMENTE PER LA PLASTICA

Le balene nel Mar Mediterraneo sono sempre più in pericolo e rischiano di scomparire. Ad aumentare lo stato di criticità non c'è solamente la plastica, ma anche un virus.


Come sempre, anche in questo caso, la colpa principale ce l'ha l'uomo. Ma forse, da un certo punto di vista, le azioni dell'uomo non hanno mai avuto un peso così grande. Questo è quanto emerso dall'ultimo rapporto di Greenpeace sullo stato di salute dei grandi cetacei e dello spiaggiamento sulle coste italiane. Lo studio affidato al Dipartimento di Biomedicina comparata dell’Università di Padova, ha mostrato come le reti da pesca illegali, la plastica e un virus siano le cause principali della morte delle balene nel Mar Mediterraneo.



Microplastica, infinitamente piccola ed infinitamente letale: clicca (QUI) per saperne di più


Il fattore che però sta preoccupando di più è quello legato al virus, perché sembra ci sia un aumento del morbillo dei cetacei, un virus potenzialmente letale, che si sta diffondendo nei nostri mari. Purtroppo, neanche a dirlo, i fattori ambientali favoriscono la diffusione del virus tra i cetacei. Ben cinque capodogli su sei, fra quelli spiaggiati in Italia nel corso del 2019, sono infatti risultati positivi al morbillo.

Ma non è, ovviamente, solo questo il problema, infatti un quarto dei cetacei rinvenuti morti sulle coste italiane sarebbe morto a causa dell'uomo. Le reti da pesca illegali e quelle abbandonate stanno facendo uno sterminio non solo di grandi cetacei, ma anche di squali, delfini, mante e tartarughe. Senza parlare dell'inquinamento da plastica, che miete vittime a non finire. Come ben noto i cetacei scambiano la plastica galleggiante per cibo, la ingoiano e non riescono poi ad espellerla. Cosi accumulandosi nell'appartato digerente blocca l'assorbimento delle sostanze nutritive, danneggiando organi e causando la morte anche della più grande e possente balena.  



Cos'è la plastica? clicca (QUI) e leggi


Giorgia Monti, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace, ha espresso una grande preoccupazione per lo scenario emerso dalla ricerca: "Non possiamo permettere che attività illegali e il degrado ambientale causato dall’uomo, a partire dall’inquinamento da plastica facciano scomparire questi animali dai nostri mari. La vulnerabilità dei cetacei a un virus dipende anche dallo stress causato da un ambiente malato, l’uomo è quindi complice di questa epidemia".

Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica

venerdì 21 agosto 2020

NEWS: UNO STUDIO RIVELA LA PRESENZA DI MICROPLASTICHE IN TUTTI GLI ALIMENTI ITTICI

Uno studio nel Queensland ha rivelato la presenza di microplastiche in tutti gli alimenti ittici osservati


L'università del Queensland, in Australia, ha condotto uno studio, poi pubblicato su Environmental Science & Technology, sui vari prodotti ittici di maggior consumo, come gamberi, granchi, ostriche e sardine e ha trovato traccie di microplastica in tutti gli alimenti. Le analisi condotte a campione dai ricercatori hanno evidenziato la contaminazione soprattutto di PVC e di Polietilene. 

L'autrice della ricerca, Francisca Ribeiro, ci spiega: "Abbiamo trovato il polivinilcloruro – un polimero plastico altamente diffuso – in tutti i campioni che abbiamo testato. Ma la plastica più diffusa oggi, ovvero il polietilene, ha rappresentato la concentrazione più frequente che abbiamo rilevato".


Cosa sono le microplastiche? clicca (QUI) per saperne di più





Aggiungendo anche l'ipotesi per cui i valori di contaminazione da microplastiche cambino a seconda della specie. Infatti non tutte hanno lo stesso livello di contaminazione e questo è dovuto, si suppone, alle abitudini alimentari. Nei calamari sono stati rinvenuti 0.04 milligrammi, 0.07 nei gamberi, 0.1 nelle ostriche, 0.3 nei granchi e ben 2.9 milligrammi nelle sardine.

"Dalle specie commestibili che abbiamo analizzato, le sardine sono risultate quelle dalla contaminazione maggiore, un risultato che ci ha sorpreso. Un altro interessante aspetto è stato quello della diversità dei tipi di microplastica rinvenuti fra le specie: il polietilene è predominante nei pesci e il PVC nei crostacei, è infatti l’unico tipo di plastica rinvenuto nelle ostriche".

Sono state trovate traccie di microplasticha negli organi umani, clicca (QUI) per leggere l'articolo




Questo studio condotto ha portato alla luce un altro fattore molto importante e a lungo discusso, perché si pensava e si sapeva per certo che molti "prodotti ittici", anche se definire così degli esserei viventi non è bello, fossero contaminati dalla plastica ma non si pensava a questi livelli. 

La situazione è più grave del previsto!
Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica
 

mercoledì 19 agosto 2020

NEWS: GRAVI NOTIZIE, SONO STATE TROVATE MICROPLASTICHE NEGLI ORGANI UMANI

Uno studio presentato al congresso annuale dell'American Chemical Society ha mostrato come negli organi umani, come reni, polmoni, fegato e milza, siano presenti micro e nanoplastiche


I ricercatori dell'Università dell'Arizona hanno utilizzato 47 campioni umani prelevati da polmoni, fegato, milza e reni, quattro organi che probabilmente sono esposti a filtrare o trattenere microplastiche, sviluppando una procedura per estrarre plastiche dai campioni di tessuti e analizzandoli poi con la tecnica spettroscopica Raman. Il metodo messo a punto permette ai ricercatori di individuare dozzine di tipi di componenti plastici nei tessuti umani, compreso policarbonato (PC), polietilene tereftalato (PET) e polietilene (PE). Comparando poi con un modello messo a punto precedentemente con la spettrometria di massa, è stata individuata una contaminazione di plastica in tutti i campioni esaminati. In particolare il Bisfenolo A (BPA), ancora utilizzato in molti contenitori per alimenti nonostante i timori per la salute, è stato individuato in tutti e 47 i campioni umani. 



Cos'è la plastica? clicca per leggere (QUI)


Bisogna preoccuparsi?


"Non vogliamo essere allarmisti, ma è preoccupante che questi materiali che non sono biodegradabili sono presenti dappertutto e possono entrare e accumularsi nei tessuti umani e non sappiamo ancora quali effetti possano avere sulla salute. Appena capiremo che cosa accade nei tessuti potremmo condurre uno studio epidemiologico per valutare i risultati sulla salute umana e cominciare a capirne i potenziali rischi ". - Varun Kelkar, ricercatore che ha presentato la ricerca.

Il nostro pensiero


Era inevitabile che uscissero queste notizie, troppe quantità di microplastica sono state trovate nei pesci, nelle piante e nel sottosuolo per pensare che non fossero presenti anche nei nostri organi. Purtroppo, al momento, non si hanno dati certi sui danni che la plastica presente nel corpo umano possa creare, ma è indubbio che bene non faccia. Considerando i danni che invece si sono evidenziati sugli altri organismi viventi, come ad esempio la fusione delle branchie nei pesci o i tumori riscontrati. 

La plastica mette a rischio la vita dell'uomo: crea squilibri al sistema ormonale, clicca (QUI)  per leggere l'articolo


Grazie a queste ricerche speriamo si possa smuovere sempre di più la coscienza dei governi e delle industrie, che si prendano posizioni nette e forti per ridurre il più possibile il consumo di plastica e che si punti sempre di più sul riciclo. Perché nessuno di noi è escluso, nessuno di noi ne è immune, dall'operaio al figlio del premier, dal senza tetto della stazione al Papa, tutti siamo vittime di questo inquinamento, di questa malattia.

Federico & Roberta- Viaggio Senza Plastica